Le rotelle di Netanyahu. Di nuovo. |
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Giovedì 06 Settembre 2012 08:50 |
In molti ormai tratteggiano un parallelo tra il degrado della situazione sociale ed economica in Israele e il degrado mentale di Bibi. Disoccupazione, tasse e costo della vita salgono insieme alla confusione del Premier israeliano. Un crollo psicologico aumentato inoltre da durissimi colpi al delirio di onnipotenza messianica provenienti da oltreoceano
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La serpe wahabita ha morso il seno |
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Venerdì 14 Settembre 2012 08:56 |
La «lotta ad Al Qaeda» si coniuga felicemente con l’armare e finanziare i qaedisti che stanno demolendo la Siria e la sua pluralità religiosa, minacciano la Libia, infuriano in Somalia e nel Mali. Israele ha interesse a dimostrare che l’Islam è un mostro, è un cancro, e i salafiti di formazione wahabita sono lì per servire. Ma sono puri burattini in un’altra Mano
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Quelli che già non possono «né vendere né comprare» |
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Mercoledì 03 Ottobre 2012 07:47 |
 Dopo la Palestina, è in corso un piano più sottile per disciplinare e neutralizzare un Paese ben più grande, che dopo la «primavera araba» s’è dato un governo poco gradito. Il modo semplice e poco visibile per disciplinare Morsi è mettere alla fame il suo popolo di 80 milioni di anime, fargli mancare gli «aiuti» dall’estero. È la guerra contro i musulmani in quanto musulmani, scatenata con tutti i mezzi. Dopo Gaza e l’Iran, ora è il turno dell’Egitto.
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Un forte puzzo di false flag |
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Sabato 15 Settembre 2012 11:10 |
 È possibile che l’azione di Bengasi sia stata condotta da guerriglieri salafiti, burattini del servizi israeliani? Niente di più facile. Netanyahu ha bisogno di una «scintilla» per trascinare Washington e l’Europa nella guerra generale di Sion contro l’Iran, l’Islam, il mondo. E Obama meritava una lezione. Ed ecco i disordini nella simbolica data dell’11 settembre. Proprio quella possibile scintilla: una replica dell’attentato di Sarajevo 1914, l’inizio della Grande Guerra.
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La Siria, ecco perché c’è fretta |
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Mercoledì 10 Ottobre 2012 07:43 |
 Come sappiamo, programmi per provocare un cambio di regime in Siria sono stati elaborati in USA da un ventennio. Bisogna capire come mai i vecchi progetti sono stati rispolverati con tanta fretta. Il motivo appare evidente: né Turchia né Israele vogliono che il regime siriano, filo-Teheran e sostenuto da Mosca, abbia la sua parte di royalties nei gasdotti a venire. Il regime deve cadere ed essere sostituito da «ribelli» come in Libia, ossia da un failed state.
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