La Monsanto Semina terrore (Parte III)
Vanity Fair
14 Giugno 2008
Nella maggior parte dei casi nei quali la Monsanto intenta causa, o minaccia di farlo, gli agricoltori si accordano extragiudizialmente. I costi e lo stress di un'azione legale contro una multinazionale corporativa sono semplicemente troppo grandi. Ma Pilot Grove non si è arresa, e da quel momento la Monsanto ha aumentato la pressione. Più la cooperativa resisteva, più attacchi legali venivano portati dalla Monsanto. Steven H. Schwartz, l'avvocato di Pilot Grove, ha descritto in aula una Monsanto che persegue una "tattica di terra bruciata" con lo scopo di "radere al suolo la cooperativa."
Anche dopo che Pilot Grove ha fatto passare migliaia di pagine di vendite contabilizzate risalenti fino a cinque anni prima e riguardanti praticamente tutti i suoi clienti agricoltori, la Monsanto non ne aveva abbastanza : reclamava il diritto di accesso ai dischi fissi della cooperativa. Quando dalla cooperativa si offrirono di fornire una copia su supporto elettronico di ogni dato registrato, la Monsanto richiese di poter mettere-le-proprie-mani-direttamente sui computer dell'azienda. Quindi la Monsanto fece una ritorsione con una richiesta danni punitiva : se la Pilot Grove fosse risultata colpevole, avrebbe dovuto pagare una somma pari a tre volte quella chiesta in precedenza. Siccome il giudice ricusò la richiesta, la Monsanto ampliò il quadro delle investigazione pre-causa cercando di quadruplicare il numero delle testimonianze. E' agli atti che l'avvocato della Pilot Grove abbia detto : " La Monsanto sta facendo del suo meglio per rendere questa causa così costosa per la difesa che la Cooperativa non avrà altra scelta che cedere."
Ma con la Pilot Grove ancora determinata ad andare in causa, la Monsanto richiese le contabilità di più di cento clienti della cooperativa. In una comunicazione del tipo "Lei è Obbligato a..." fu imposto agli agricoltori di raccogliere fino a cinque anni di fatture, ricevute e carte contabili relative agli acquisti di semi di soia ed erbicidi, e di depositare tali dati presso un ufficio legale di St. Louis. Per fare ciò, la Monsanto diede loro due settimane.
Se la Pilot Grove potrà continuare ad affrontare le spese legali, rimane da vedere. Comunque vada a finire, questo caso mostra perchè la Monsanto sia odiata nelle campagne, anche da coloro che comperano i suoi prodotti. "Non ho mai sentito di una azienda che scelga di perseguire legalmente il suo parco clienti, " dice Joseph Mendelson, del Centro per la Sicurezza del Cibo. "E' una strategia commerciale veramente bizzarra." Ma è una strategia che la Monsanto adotta per evitare critiche e punizioni, ed infatti sta diventando sempre più il venditore numero uno in città.
Sostanze Chimiche ? Quali Sostanze Chimiche ?
La Ditta Monsanto non è mai stata una delle corporations più gradite ai cittadini americani. Data l'attuale posizione dominante della Monsanto nel settore della bioingegneria, vale la pena dare un'occhiata al suo DNA. Se il futuro della multinazionale è nei semi, i suoi semi risiedono nella chimica. Le popolazioni del mondo stanno tutt'ora raccogliendo a livello ambientale le conseguenze delle origini della Monsanto.
La Monsanto fu fondata nel 1901 da John Francis Queeny, un rude irlandese fumatore di sigari, con licenzia delle scuole medie. Acquisitore di una ditta di prodotti farmaceutici all'ingrosso, Queeny ebbe un'idea ma, come tanti dipendenti con una idea, scoprì che il suo capo non ne voleva sapere. Così si mise in affari in proprio. Queeny era convinto che si sarebbero fatti i soldi con una sostanza chiamata saccarina, un dolcificante artificiale ai tempi importato dalla Germania. Prese 1500 dollari dei suoi risparmi, ottenne un prestito per 3500 dollari ed aprì una rivendita in un magazzino semiabbandonato nella zona portuale di St. Louis. Con macchinari nuovi ed usati iniziò a produrre la saccarina per il mercato statunitense. Chiamò la ditta Monsanto Chemical Works, Monsanto era il nome da signorina della moglie.
Il cartello tedesco che controllava il mercato della saccarina non ne fu minimamente contento, e tagliò i prezzi da 4,50 ad 1 dollaro alla libbra, cercando di sbattere Queeny fuori dal mercato. Ma la giovane azienda doveva fronteggiare altre sfide. Sorsero dubbi sulla sicurezza della saccarina, ed il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti cercò fin di bandirla. Fortunatamente per Queeny, non fu aggressivo e litigioso con le controparti come è la Monsanto oggi. La sua tenacia e la lealtà di un suo cliente abituale gli permisero di rimanere a galla. Il cliente fisso era una nuova ditta della Georgia, si chiamava Coca Cola. La Monsanto aggiunse sempre più prodotti - vanillina, caffeina e medicinali ad azione sedativa e lassativa. Nel 1917 la Monsanto iniziò a produrre aspirina, della quale divenne rapidamente il maggior produttore mondiale.
Durante la Prima Guerra mondiale, con il blocco delle importazioni di prodotti chimici dall'Europa, la Monsanto fu obbligata a produrli in proprio e la sua posizione dominante nell'industria chimica fu assicurata. Dopo che a Queeny fu diagnosticato un tumore, nei tardi anni '20, il suo unico figlio, Edgar, divenne presidente. Mentre il padre era stato un imprenditore di tipo classico, Edgar Monsanto Queeny era un costruttore di imperi con una visione grandiosa. E' stato Edgar - astuto, coraggioso ed intuitivo ("Poteva vedere dietro l'angolo," disse una volta la sua segretaria ) - che ha fatto diventare la Monsanto una forza mondiale. Alla guida di Edgar Queeny e dei suoi successori, la Monsanto ha esteso il suo campo d'azione su un numero fenomenale di prodotti : plastiche, resine, prodotti in gomma, additivi per carburanti, caffeina artificiale, fluidi industriali, raccordi in vinile, detergenti per lavastoviglie, antigelo, fertilizzanti, erbicidi, pesticidi. Il suo vetro di sicurezza protegge la copia originale della Costituzione degli Stati Uniti ed il quadro di Mona Lisa. Le sue fibre sintetiche sono la base di Astroturf [ una classe di prodotti il più noto dei quali è l'omonima erba sintetica, ndt ].
Durante gli anni '70, l'azienda ha investito sempre di più nelle biotecnologie. Nel 1981 creò un gruppo di lavoro sulla biologia molecolare per modificare geneticamente una cellula vegetale. L'anno dopo gli scienziati della Monsanto trovarono l'oro : furono i primi a modificare geneticamente una cellula vegetale. "E' ora possibile introdurre praticamente qualsiasi gene all'interno di una cellula vegetale avendo come fine ultimo l'aumento dei raccolti, " disse Ernest Jaworski, direttore del Programma della Monsanto per le Scienze Biologiche.
Nei pochi anni successivi, gli scienziati lavorarono principalmente nel nuovo Centro Ricerche delle Scienze della Vita della Monsanto, 40 chilometri ad ovest di St. Louis, dove sfornarono un prodotto geneticamente modificato dopo l'altro - cotone, soia, grano, colza. All'inizio, i semi OGM non erano ben visti nè dal pubblico nè dagli agricoltori e consumatori europei. La Monsanto cercò di presentare gli OGM come il rimedio di tutti i mali, un modo per risolvere la povertà e sfamare gli affamati. Robert Shapiro, presidente della Monsanto negli anni '90, definì una volta i semi OGM "l'introduzione tecnologica di maggior successo in agricoltura, aratro incluso."
Per la fine degli anni '90, la Monsanto aveva auto-ridefinito il proprio marchio aziendale in "scienze della vita", ed aveva staccato la sezione chimica e fibre in una ditta a sè, la Solutia che, dopo una ulteriore riorganizzazione, fu ufficialmente reincorporata nella Monsanto nel 2002, che si autodefinì ufficialmente una "azienda agricolturale."
Nelle documentazioni societarie, la Monsanto parla ora di sè, con falsa innocenza, come di una "azienda relativamente giovane" il cui scopo principale è l'aiutare "gli agricoltori del mondo nella loro missione di nutrire, vestire e dare energia" ad un pianeta in crescita. Nel suo elenco di pietre miliari aziendali, a parte una manciata, il resto sono tutte di epoca recente. Riguardo alla storia iniziale dell'azienda, i decenni nei quali è diventata una potenza industriale sono la causa potenziale di oltre 50 siti posti sotto l'Environmental Protection Agency Superfund - nessuno di tali siti viene mai citato. E' come se non fosse mai esistita la Monsanto dei primi tempi, quella che per lungo tempo aveva avuto "chimica" come parte del suo nome. Uno dei benefici della politica aziendale, che l'azienda non sottolinea, è stato quello di incanalare le azioni legali e le controversie legate alla chimica tutte contro la Solutia, lasciando così pulito il marchio Monsanto.
Ma il passato della Monsato, soprattutto la sua eredità ambientale, è molto vicino a tutti noi. Per molti anni la Monsanto ha prodotto due fra le sostanze più tossiche di tutti i tempi : i PCB - policlorobifenili - e la diossina. La Monsanto non li produce più, ma dove li ha prodotti se ne stanno pagando le disastrose conseguenze ancora oggi, e forse per sempre.
"Intossicazione Generale"
Una trentina di chilometri lungo il fiume a valle di Charleston, West Virginia, si trova la città di Nitro, dove la Monsanto tenne aperto un impianto chimico dal 1929 al 1975. Nel 1948 l'impianto iniziò la produzione di un potente erbicida il 2,4,5-T, noto fra i lavoratori come "virus delle erbacce." Un prodotto collaterale di tale lavorazione è risultato essere un prodotto chimico successivamente noto come diossina.
Il nome di diossina si riferisce ad un gruppo di prodotti chimici altamente tossici che sono stati collegati con malattie cardiache, disturbi al fegato, disordini dell'apparato riproduttivo umano, problemi dello sviluppo. Anche se in piccole quantità, la diossina rimane nell'ambiente e viene accumulata nel corpo. Nel 1997 la Agenzia Internazionale per le Ricerche sul Cancro, un ramo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato le forme più potenti di diossina quali sostanze che causano il cancro nell'uomo. Nel 2001 il governo degli Stati Uniti ha classificato tali prodotti chimici come "note sostanze carcinogene per l'uomo."
Fine parte III (continua...)
Donald L. Barlett and James B. Steele (Maggio 2008)
Tradotto per EFFEDIEFFE.com da Massimo Frulla
Fonte > Vanity Fair
Originale > Monsanto’s Harvest of Fear
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