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La mongolfiera gigante: idea contro l'effetto serra
Repubblica.it
02 Settembre 2011
I pazzi fantaecologisti rovineranno il mondo più di come è adesso. Vogliono immettere agenti chimici nell'atmosfera per ridurre il fantomatico effetto serra. Ed ecco come...
LONDRA - Creare un vulcano artificiale, alto ventimila metri, per deviare i raggi solari lontano dal nostro pianeta e ridurre l'effetto serra. Suona come uno scherzo o un'idea per un romanzo di fantascienza, invece è un progetto scientifico che entrerà nella fase sperimentale il mese prossimo.
L'idea è quella di fare salire e poi lasciare sospesa a 20 chilometri di altitudine una mongolfiera gigante, grande all'incirca come lo stadio di Wembley; tenerla collegata alla terra attraverso un lunghissimo tubo, tipo quelli di plastica usati per il giardinaggio, attraverso il quale fare arrivare a quell'altezza centinaia di tonnellate di particelle chimiche al giorno; e quindi scaricarle nella stratosfera, per deflettere la luce solare e raffreddare in tal modo il pianeta. Proprio come succede con le eruzioni dei vulcani.
Dietro questo piano, ambizioso o folle a seconda dei punti di vista, c'è un team di eminenti scienziati britannici di Oxford e Cambridge, un primo finanziamento della autorevole Royal Society per condurre la fase iniziale di sperimentazione, e un più robusto sostegno a lungo termine - se l'iniziativa si dimostrerà fattibile - da parte dello Engineering Physical Science Research Council, un consiglio di ricerche che riceve fondi dal governo di David Cameron.
Insomma, è una cosa seria, anzi serissima. Senonché, o proprio per questo, solleva obiezioni da parte di coloro che apparentemente hanno a cuore gli stessi ideali: gli ambientalisti. Da Friends of the Earth a ong ecologiste di ogni genere, la comunità dei verdi si oppone al progetto, sostenendo che è tempo e denaro sprecato cercare di ridurre il cambiamento climatico attraverso stratagemmi di "geo-ingegneria", le cui conseguenze sull'ecosistema del pianeta appaiono peraltro imprevedibili, quando il modo migliore per salvarci dall'effetto serra è ridurre le emissioni di gas nocive e passare a risorse energetiche eco-sostenibili.
Ma il concetto di una geo-ingegneria su larga scala per salvare la Terra ha ricevuto l'appoggio incondizionato di sir Martin Rees, l'ex-presidente della Royal Society, che nel 2009 si è detto favorevole alla necessità di avere un "piano B" se i negoziati internazionali fra le maggiori potenze per ridurre le emissioni di carbonio non daranno i risultati sperati. "Niente dovrebbe distrarci dalla principale priorità di ridurre le emissioni nocive su scala globale - afferma ora Rees - ma se queste riduzioni otterranno troppo poco, troppo tardi, ci saranno sicuramente pressioni per considerare un piano B per cercare di contrattaccare gli effetti del cambiamento climatico e la geo-ingegneria può essere la strada giusta".
Un primo esperimento del piano per portare il "vulcano artificiale" nella stratosfera, ovvero la mongolfiera gigante a quota 20mila metri (che è il doppio dell'altezza a cui volano gli aerei di linea), è in programma in ottobre, quando una mongolfiera più piccola sarà portata a un'altitudine più bassa, circa un chilometro, collegata a terra con un tubo che scaricherà in aria soltanto acqua: ma il punto è capire se il meccanismo può funzionare. Verificare, in altre parole, se è scienza o fantascienza. Lo scrittore Ian McEwan aveva immaginato qualcosa di simile nel suo romanzo ecologico Solar. Adesso vedremo se dalla fantasia si può passare alla realtà.
Fonte > Repubblica.it
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