La FED e la BCE non ci salveranno dalle conseguenze del nostro debito
Telegraph
11 Giugno 2008
Forza gente, andate a cercare un casco, per quanto leggero sia, ed ancora una volta riparatevi : la Banca Centrale Europea ha deciso l'ennesima purga monetaria; e lo stesso ha deciso la Federal Reserve degli Stati Uniti, ora guidata da Dallas.
I Zopra-falghi ed i Cromwelliani hanno conquistato i piani alti della grande fortezza bancaria. Che lo ammettano o no, sono entrambi imbarcati su politiche che porteranno a riduzione di spese sulle due sponde dell'Atlantico.
Lo stato d'animo nella City è da fuori di testa a causa dell'importazione integrale di questo cambio di politica imposto dall'alto, nell'ultima settimana. A Wall Street, l'indice Dow è affondato di 396 punti con alti volumi, nel tardo Venerdì; un gran brutto sentire.
"Ora abbiamo la concreta possibilità di vendite al realizzo contemporanee di obbligazioni globali, titoli azionari e merci," così ha detto Jonathan Wilmot, del Credit Suisse.
Jean Claude Trichet, capo della BCE, ha "segnalato" un aumento dei tassi per combattere l'inflazione al 3,6%, con grande scorno di Parigi, Madrid, Roma, Lisbona e Dublino. E' una strada pericolosa per l'unione monetaria dell'Europa.
"Vorrei suggerire al Signor Trichet di essere più cauto nei propri commenti," ha detto il premier spagnolo Jose Luis Zapatero. Il contrattacco è iniziato.
Il crollo mobiliare spagnolo ha dimensioni da calamità: il prezzo delle case è precipitato di un 15% da settembre 2007, dicono i costruttori ( APCE). Più del 98% dei mutui spagnoli hanno tassi variabili, calcolati sul tasso euribor a tre mesi. Tale tasso ha fatto un salto di 32 punti base al 5,24% solo perchè Trichet ha aperto bocca.
Ma la manovra della BCE è altrettanto di malaugurio anche per tutti noi. Potremmo stare per assistere ad un replay dello sconsiderato rialzo dei tassi operato dalla Bundesbank nell'ottobre del 1987, che portò il dollaro ad avvitarsi su se stesso e scatenò il crollo del Lunedì Nero delle borse.
Qualsiasi scossone venga dato alla stretta monetaria è un gioco pericoloso proprio per questa delicata connessione. Il mondo ha davanti una possibile collisione colossale fra due opposti fronti di tempesta.
L'Occidente è nella morsa totale di una deflazione debitoria da abuso creditizio che torna indietro in cerca di rifugio. L'Est - parlando alla buona - è nella fase esplosiva di un boom inflattivo. Russia, Ucraina, Vietnam ed i paesi del Golfo sono fuori controllo. La Cina ci ha girellato sopra ed ora è oltre il punto di non ritorno. Sono questi che hanno ripetuto gli errori degli anni '70, non l'Occidente.
A questo punto, i due schieramenti si confrontano con problematiche totalmente differenti.
Per governare in questi mari occorre, al timone delle banche centrali, uno skipper di grande esperienza. Una pedissequa adesione al "bersaglio-inflazione" o ad altri simili feticci pseudo-scientifici ci porterà tutti alla rovina.
Sì, abbiamo davanti un picco nei prezzi di petrolio e cibo. Chiamatelo inflazione se volete, ma tenete conto che il volume M1 * del denaro in Europa è calato negli ultimi cinque mesi. Il volume M1 in America ha girato pesantemente sul negativo, mentre la crescita di M2 ed MZM è crollata.
L'America sta passando da "male " a "peggio". Al netto, 861.000 americani sono passati al sussidio disoccupazione in maggio, spingendo il tasso di disoccupazione dal 5 al 5,5%. I prezzi delle case negli Stati Uniti sono crollati del 14,4% nell'ultimo anno ( Indice Case-Shiller ). A Miami sono scesi del 25%.
La Mortgage Bankers Association dice che l'8,8% di tutti i mutui immobiliari sono insolventi od in ritardo.
11 milioni di proprietari di casa sono incartati perchè la loro prorpietà vale ora meno del debito residuo.
Dei debiti mutuari sub-prime, le partite valutate "AA" vengono ora scambiate al 12% del valore nominale ( indice ABX ), mentre quelle valutate "BB" sono scese al 5%, sempre del nominale. La perdita sta uguagliando il livello del debito dell'anno 2004. La settimana scorsa ci siamo avvicinati di un passo alla liquefazione totale del mercato delle obbligazioni delle municipalizzate statunitensi quando le assicurazioni Ambac ed MBIA, "specializzate solo in obbligazioni", hanno perso la valutazione "AAA" siglata dalla Standard&Poor's.
Detto in soldoni, 1.100 miliardi di dollari di debito garantito dovranno essere declassati all'unisono. Questo obbligherà i fondi pensione a liquidare delle posizioni, una marea di vendite incombe. L'UBS dice che le banche, quando la cosa salterà fuori, si troveranno davanti altri 200 miliardi di dollari di perdite.
Se questo fosse accaduto lo scorso inverno - prima che la Fed salvasse il sistema bancario - avrebbe scatenato una crisi dell'intero sistema. Ma ora siamo alla Fase II, il lento erodersi delle sofferenze economiche. O, per dirla con George Soros : "la fine di un periodo di 60 anni di continua espansione del credito basata sul dollaro come moneta di riserva".
Ben Bernanke, capo della Fed, sa che lo schiocco del crollo addomesticherà nel tempo l'inflazione. Il valore dell'Indice dei Prezzi al Consumo scandisce il ciclo : è in salita nei primi stadi della recessione ed i banchieri saggi guardano oltre. Ma Bernanke è ora costretto - contro la sua stessa valutazione - a mettere fine al ciclo di tassi bassi, è stato fissato un supporto con tasso al 2%.
Criticato come inflazionista, è un'anima isolata. Il suo più stretto alleato - Frederic Mishkin - se ne sta andando. Il Governatore di Dallas, Richard Fisher, ha guidato una dura rivolta monetaria dall'interno mettendo in guardia da una "immorale indulgenza nel credito". Dopo aver dato voto contrario agli ultimi tre tagli dei tassi, ora vuole una salita dei tassi stessi.
In Europa, la crescita è ferma. Le vendite al dettaglio sono cadute del 2,9% in aprile, la maggior caduta dalla costituzione della Unione Economica Europea. Gli ordinativi industriali in Germania sono scesi per cinque mesi a fila. La vendita di auto in Italia è scesa del 18% in maggio.
Il cambio di politica della BCE ha avuto un effetto perverso : mettendo il dollaro in acque tranquille, la scorsa settimana ha scatenato una salita del prezzo del petrolio pari a 16 dollari, in due soli giorni.
Il greggio si muove ormai come una specie di "contro-dollaro", una moneta gonfiata con un moltiplicatore di otto volte. Non importa che l'economia globale stia pesantemente rallentando : nel mondo alla rovescia dei fondi azionari, il "male" è "bene" per il petrolio.
Ci muoviamo in acque mai solcate prima, i facili scambi fra crescita ed inflazione che hanno così calmierato i valori degli attivi per un quarto di secolo, sono finiti. I signori del denaro non possono più farci da scudo contro le conseguenze dei nostri debiti, ma neppure lo vogliono.
Ambrose Evans-Pritchard
Tradotto per EFFEDIEFFE.com da Massimo Frulla
Fonte > Telegraph.co.uk
* [ M1 = denaro contante ed assegni; M2 = ( M1) + ( operazioni convertibili in M1 con basso costo di conversione ), soprattutto legato al valore degli immobili; MZM = (( M2 ) - ( depositi a termine )) + ( denaro dei funds ), ndt ]