Il racconto della ragazza che vive a Reggio Emilia, ha 28 anni e un passato piuttosto burrascoso - segnato da un arresto per maltrattamenti sul figlioletto, accusa dalla quale dice di essere stata assolta, ma lei aveva intenzione di «rapire il bambino per portarlo all'estero» - è tutto da verificare. Il procuratore di Palermo l'ha trasmesso a Milano perché lì si sarebbe consumato il presunto reato di favoreggiamento della prostituzione che gli inquirenti siciliani hanno ipotizzato a carico di Lele Mora e del direttore del Tg4 Emilio Fede, proprio sulla base delle dichiarazioni di Nadia Macrì.
«La prima volta che sono andata ad Arcore - ha detto la donna - mi sono recata prima a casa di Lele Mora, dove c'erano altre ragazze, e da lì siamo andati allo studio del giornalista Emilio Fede. Poi con Fede, io e le ragazze siamo andate ad Arcore, lui c'era sempre ma cenava soltanto con noi, poi se ne andava. Eravamo circa sette ragazze, ci spostavamo con l'auto privata. Emilio Fede faceva una sorta di selezione e ci chiedeva il nome, poi andavamo tutte insieme dal presidente».
Secondo questa nuova prostituta che svela di essersi accompagnata col presidente del Consiglio nelle sue residenze private, la prima volta che vide Berlusconi non successe nulla: «Non abbiamo avuto rapporti sessuali». Ma il premier la invitò a villa Certosa, in Sardegna: «Questo si verificò poco prima del terremoto (quello in Abruzzo dell'aprile 2009, ndr), nel periodo di Pasqua. Nella villa in Sardegna eravamo circa venticinque ragazze. Nelle stanze in Sardegna c'era dell'erba da fumare, che veniva trasportata con il jet privato del presidente». Non è chiaro come la donna sia arrivata a questa conclusione. Ai pubblici ministeri ha raccontato che ad ogni ragazza venivano offerti un paio di spinelli, ma non ha mai visto Berlusconi fumare «erba».
Un anno dopo l'incontro a villa Certosa, nell'aprile scorso, ci sarebbe stato quello di Arcore. Procurato quasi casualmente, nella versione di Nadia, dal sindaco di Parma Pietro Vignali, eletto nel 2007 con l'appoggio del Popolo della libertà: «Quando io ho bisogno di soldi vado a Parma, lì c'è un bell'hotel vicino alla stazione e un giorno mi sono seduta nel bar e ho incontrato due uomini, il sindaco di Parma e il suo segretario». Un colpo di fortuna, come spiegò il segretario alla escort: «Mi disse che ero stata fortunata perché era il sindaco, e che avevo fatto colpo. Dopo siamo andati in villa e lì abbiamo avuto un rapporto sessuale per cui ho avuto cinquecento euro. Io chiesi al sindaco se poteva mettermi di nuovo in contatto con Berlusconi, e lo stesso mi disse che in effetti qualche giorno dopo il presidente si sarebbe recato a Parma. In effetti qualche giorno dopo Berlusconi mi chiamò ed organizzammo di incontrarci ad Arcore».
È stata l'ultima volta, perché in quell'occasione il premier s'inquietò, forse nel timore che Nadia potesse screditarlo lontano dalle mura domestiche: «Mi ha detto che io parlo troppo - ha raccontato la ragazza -. Ero ubriaca, e lui mi chiese che facevo. Io risposi "le marchette", e lui si arrabbiò facendo uscire l'altra ragazza e dicendo che non dovevo dire queste cose». Delle feste ad Arcore, Nadia Macrì che era in cerca di apparizioni televisive e aveva tra i suoi obiettivi la partecipazione al Grande Fratello conserva questo ricordo: «C'erano altre persone famose, cantanti, imprenditori, avvocati, notai. Tuttavia poi gli altri andavano, e solo noi ragazze ci alternavamo con il presidente. Lui diceva "avanti la prossima", e anzi talvolta stavamo tutte insieme nella piscina ove veniva consumato il rapporto sessuale».
Ai magistrati la donna avrebbe confidato l'impressione che qualche ragazza fosse minorenne, ma è uno dei particolari - come quello dell'hashish - considerato difficile da verificare. Su tutto il racconto da cui può derivare il favoreggiamento della prostituzione ipotizzato a carico di due indagati e altre persone da identificare, la Procura di Milano è ora chiamata a cercare gli eventuali riscontri.
Oltre che del presidente del Consiglio e del sindaco di Parma, Nadia ha parlato di un altro politico, il ministro della Funzione pubblica Brunetta che le fu presentato da Perla Genovesi, la «pentita» del traffico di stupefacenti arrestata nel luglio scorso nell'originaria inchiesta antidroga. Nadia Macrì era in cerca di aiuto per riprendersi il figlio e portarlo all'estero, e chiese consigli alla sua amica Perla: «Mi fece conoscere un avvocato di Roma tramite Renato Brunetta», ha riferito la escort ai magistrati, aggiungendo che con l'attuale ministro ebbe un rapporto sessuale (che il politico nega, come pure il sindaco di Parma).
«Avvenne nel 2006 - ha detto Nadia -, quando io e Perla andammo insieme nel suo ufficio e io rimasi sola con Brunetta. La sera, dopo l'orario d'ufficio, andammo insieme dall'avvocato Taormina, e io gli consegnai tutta la documentazione relativa alla mia vicenda processuale. Brunetta mi disse espressamente che avrebbe pensato lui a pagare l'avvocato, tuttavia in seguito il Taormina nemmeno si presentò all'udienza. Il giorno dopo io andai da Brunetta per una prestazione sessuale, lui mi regalò vestiti, gioielli e circa 300 euro. Io speravo di mantenere una relazione con Brunetta per guadagnare un po' di soldi, tuttavia la cosa non durò molto. Ci siamo incontrati solo un'altra volta».