Italia: fallisce il "golpe dei banchieri"
Eir Strategic Alert
22 Dicembre 2010
Se il 14 dicembre governo italiano avesse perso il voto di sfiducia, con tutta probabilità l'Italia non avrebbe oggi un Presidente del Consiglio migliore dell'impresentabile Berlusconi, ma si ritroverebbe con un "governo dei banchieri" presieduto da Mario Draghi – il capo del Financial Stability Board dalla querela facile contro coloro che lo chiamano "Mr. Britannia". Infatti, l'opposizione si è presentata al voto di sfiducia senza una strategia politica o economica unitaria, e senza alternativa visibile a Berlusconi.
L'alternativa era nascosta. Se la sfiducia fosse passata, la crisi di governo avrebbe scatenato le pressioni speculative, compresa una possibile retrocessione nel rating, e si sarebbe determinata la situazione di emergenza che avrebbe dettato l'arrivo di Draghi sul cavallo bianco a Palazzo Chigi, per somministrare una cura da "lacrime e sangue" come tagli alle pensioni, privatizzazioni e blocco dei salari, come richiesto dai bankers per puntellare il sistema dell'euro.
Draghi aveva esposto il suo programma in un'intervista sul Britannia… pardon, nella sede del Financial Times, a Londra, il 10 dicembre, suggerendo una terapia da applicare a tutti i paesi dell'Eurozona, analoga al "piano di rigida austerità fiscale" che egli aveva contribuito a somministrare all'Italia con i governi tecnocratici all'inizio degli anni novanta.
Ora però, Draghi e la "Britannia faction" devono attendere un altro giro.
Nonostante avessero la maggioranza sulla carta, Fini e l'opposizione hanno perso per una manciata di voti, prendendosela con chi si sarebbe fatto comprare da Berlusconi. Il mercato delle vacche in occasione di voti di decisiva importanza è vecchio quanto il Parlamento, e non si può gridare allo scandalo. E non si può dar torto all'on. Catia Polidori, che ha motivato il suo dissenso dal gruppo finiano di cui faceva parte, con la necessità di garantire stabilità politica all'Italia in un momento di turbolenza finanziaria globale, soprattutto nel contesto di cui sopra.
È vero comunque che pur avendo vinto la fiducia, il governo Berlusconi non ha conquistato la stabilità. Mentre la politica spinge verso elezioni anticipate, una strada alternativa e migliore per il paese sarebbe di costruire una larga maggioranza basata su una "exit strategy" dal sistema dell'euro che sta "stringendo il cappio attorno al collo" del paese, nelle parole del prof. Savona.
Fonte > Eir Strategic Alert 51