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Il referendum sul prepuzio
Il Foglio
16 Giugno 2011
Dall'articolo si evince che: 1) Gli americani, quasi tutti circoncisi, sono il nuovo Israele del c...o. 2) L'infibulazione è una pratica barbarica e incivile, mentre la circoncisione va benissimo. Perchè riguarda i maschi o i giudei? 3) Un punto in più per la Russia di Baffone"
Gli hippy di San Francisco, patria della controcultura, vogliono bandire la circoncisione in nome dell'autonomia genitale e dei diritti del pene. Ebrei furiosi: "E' come ai tempi dell'Urss". No anche dei vescovi cattolici
Il “referendum sul prepuzio”, come è stato già ribattezzato, vedrà i residenti di San Francisco votare a novembre su una legge che renderebbe illegale la circoncisione, una pratica antichissima, già esistente nell’Egitto dei faraoni, in vigore da trentacinque secoli fra gli ebrei (anche Gesù fu circonciso) e ampiamente diffusa nel mondo musulmano. L’iniziativa definirebbe reato “circoncidere, asportare, tagliare o mutilare gli organi genitali di tutti i mino-renni”, indipendentemente da appartenenze religiose. L’autore della proposta, Lloyd Shofield, dice: “La decisione di rimuovere permanentemente il prepuzio di un ragazzo non dovrebbe essere affidata ai genitori”. E prosegue: “La gente può praticare qualsiasi religione, ma le pratiche religiose terminano quando hanno a che fare con il corpo di qualcuno. Si tratta del corpo di un uomo, e il suo corpo non appartiene né alla sua cultura, né al suo governo, né alla sua religione e neanche ai suoi genitori. La decisione deve essere sua”. Negli anni Sessanta e Settanta, la San Francisco Bay Area era la capitale della “controcultura”, dal Free Speech Movement di Berkeley all’Estate dell’amore di Haight-Ashbury. Adesso la città californiana rischia di diventare la prima d’America a bandire la circoncisione. Secondo il quotidiano britannico The Economist, il referendum è figlio della logica “naturalista” di San Francisco. La campagna è guidata da Marilyn Milos, infermiera hippy settantenne che da oltre trent’anni conduce campagne contro la circoncisione, considerata la passionaria del “movimento per l’integrità genitale”. Al principio la discussione era incentrata sulla procedura in sé, “barbarica” secondo i propositori del referendum, sacrosanta per gli ebrei, legittima per gran parte dei medici. Ora il piano dello scontro è scivolato sul primo emendamento, la libertà religiosa e l’aggressività liberal. Gli ideatori del referendum sono “intattivisti”, un movimento progressista che crede nell’intangibilità del corpo del bambino e che reclama l’“autonomia genitale" e “i diritti del pene maschile”. Le organizzazioni ebraiche denunciano che San Francisco rischia di somigliare all’Unione Sovietica, dove la circoncisione era vietata dalla legge ateistica di Stato. In ebraico si dice “brit milah”: patto della circoncisione. La parola italiana viene invece dal latino: circum, intorno, caedere, tagliare. Per anni, negli Stati Uniti, i medici hanno chiesto anche a genitori non ebrei dei nascituri se desideravano portarsi a casa un bambino già circonciso. Perché il metodo avrebbe effetti positivi sull’igiene, riducendo il rischio di tumori e facilitando la prevenzione di malattie veneree. Se passa il referendum, da novembre gli ebrei ortodossi a San Francisco rischieranno un anno di carcere per aver circonciso i propri figli. In questa storia è entrato anche l’antisemitismo, in quanto un artefice del referendum, Matthew Hess, è autore di un libro a fumetti, “Foreskin Man”, che parla di un supereroe biondo contro il “mostro Mohel” (i Mohels sono i circoncisori ebrei). I conservatori hanno paragonato i referendari al film nazista “Stiss l’ebreo”, tratto dal capolavoro di Lion Feuchtwanger. Si sono schierati anche ì maggiori commentatori, da Christopher Hitchens a favore della messa al bando, a Glenn Beck, che ha definito “evil”, male, il referendum. Contro anche la National Association of Evangelicals, che rappresenta cinquantamila chiese, ma anche l’arcivescovo cattolico di San Francisco, George Niederauer, che ha parlato di “ingiustificabile violazione dei santuari della fede e della famiglia”. Nel 1972 la Corte suprema degli Stati Uniti stabilì che gli amish hanno il diritto di non mandare i figli a scuola oltre una certa età. Ma più recentemente, la stessa Corte ha stabilito che i nativi americani non possono far fumare ai propri figli il peyote. Nella logica di questa seconda sentenza, la legge anti-circoncisione sarebbe costituzionale. Il voto avrà una ripercussione nazionale, in quanto si calcola che negli Stati Uniti siano circoncisi quasi l’ottanta per cento dei maschi.
Fonte > Il Foglio
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