Il giornale di Bocchino nei guai Palazzo Chigi: governo estraneo
Giornale.it
08 Marzo 2011
Bocchino ce l'ha con tutti, ma da mesi il suo quotidiano non paga gli stipendi dei giornalisti. Il falco del Fli aveva accusato l'esecutivo di penalizzare il Roma
ROMA - A sentire Bocchino, domenica sera a 'In Onda su La7' più che mai scatenato contro il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, il quotidiano partenopeo Il Roma sarebbe nel mirino di palazzo Chigi perché voce antiberlusconiana. Il caso è stato sollevato perché il braccio destro di Fini, come un disco rotto, ha preteso per buona parte della puntata che Sallusti rivelasse l’ammontare del suo stipendio.
«Tanto - ha risposto Sallusti - Ma Bocchino si preoccupi invece dei salari dei giornalisti del Roma, da mesi senza paga». Già, perché la situazione del giornale vicino ai Bocchino infatti naviga in pessime acque; la cooperativa che lo edita continua a chiudere i bilanci in rosso fuoco; e i redattori non vengono pagati. La società dà la colpa al governo: nel 2009 sono stati congelati 2 milioni e mezzo di euro come finanziamento pubblico dal Dipartimento per l’editoria. In pratica la stessa tesi cavalcata l’altra sera da Italo la cui moglie, Gabriella Buontempo, figura tra i membri della cooperativa padrona del quotidiano. In sostanza, dice Bocchino, per motivazioni politiche Berlusconi chiude i rubinetti a chiunque osi dare voce a chi lo critica. Ma al falco futurista ieri, con una nota ufficiale, ha risposto direttamente palazzo Chigi.
«Non c’è stato alcun blocco dei contributi ma la semplice e dovuta osservanza delle indicazioni dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e della commissione tecnico-consultiva per l’editoria», si legge nella precisazione. Non solo: «Palazzo Chigi precisa che l’erogazione dei contributi alle imprese editoriali... è disposta sulla base di procedure fissate dalla legge e dai regolamenti di attuazione, che stabiliscono ed indicano tassativamente sia i requisiti che le imprese devono possedere per accedere ai contributi, sia la misura degli stessi, sia le cause ostative, per cui non vi è alcuno spazio di discrezionalità per il Dipartimento per l’informazione e l’editoria». Vale a dire: se il contributo non è arrivato è perché non poteva arrivare, non perché il governo non ha voluto.
«Per tutte le testate- si spiega nel comunicato - l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è chiamata ad esprimersi sull’assenza di circostanze ostative. In relazione all’anno 2009 l’Autorità ha inteso - per il Roma come per altre testate - effettuare ulteriori verifiche circa la sussistenza di situazioni di controllo e collegamento con altre imprese richiedenti contributi (situazioni che per legge sono ostative all’erogazione delle provvidenze) demandandole al nucleo speciale della Guardia di finanza». Questo per quanto riguarda i contributi del 2009.
Per l’anno precedente, invece, «l’istruttoria concernente “il Roma”, lunga e tecnicamente complessa - si legge sempre nella nota del governo -, ha visto altresì la necessità di un parere, richiesto dal Dipartimento all’Avvocatura dello Stato, che ha consentito di erogare “allo stato degli atti” il contributo. Quindi non c’è stato alcun blocco dei contributi ma la semplice dovuta osservanza delle indicazioni dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni».
Francesco Cramer
Fonte > Giornale.it