Il Cabibbo darwinista smentito dal Papa
Libero News
06 Dicembre 2009
Nicola Cabibbo, illustre fisico
italiano e presidente della Pontificia accademia delle scienze, sceglie
le “platee” mediatiche di Repubblica e del Corriere della Sera per far
sapere che «il creazionismo non è una scienza. E nemmeno una cultura
cattolica cristiana» e le idee che esprime «non hanno diritto di
cittadinanza nella nostra società». Un giudizio durissimo, inflitto nei
confronti di quello che Repubblica definisce «ennesimo rigurgito di
cultura anti-scientifica in Italia», ossia il convegno “Evoluzionismo.
Il tramonto di un’ipotesi”, ospitato nel febbraio scorso dal Cnr, di
cui ora sono stati pubblicati gli atti dalla casa editrice Cantagalli.
Convegno e atti sono stati curati dal vicepresidente del Cnr, Roberto
De Mattei, il vero bersaglio dell’attacco condotto dall’articolo di
Repubblica, come di Micromega e di altri paladini della verità
scientifica inoppugnabile.
Il problema, però, è che in Vaticano
la questione non passa certo inosservata e genera dubbi e
preoccupazioni. Si vuole a tutti costi evitare uno “scontro” tra
intellettuali cattolici, addirittura tra le stesse accademie pontificie
e, più in generale, tra intellettuali. Ma anche Oltretevere è
impossibile non notare che chi presiede la Pontificia accademia delle
scienze - autorevole punto di riferimento per i cattolici - sostiene
che il creazionismo non deve avere cittadinanza, che la Chiesa si apre
alle teorie di Darwin, mentre proprio Benedetto XVI è stato uno dei
primi critici dell’evoluzionismo contemporaneo.
Ed è stato proprio l’attuale
Pontefice ad organizzare, nel settembre 2006, un seminario a
Castelgandolfo, di cui sono stati pubblicati gli atti, con il titolo
Creazione ed evoluzione. Un convegno con Benedetto XVI a Castelgandolfo
(Dehoniane). Lo stesso Joseph Ratzinger ha affermato, infatti, che la
teoria dell’evoluzione «non è affatto dimostrabile per via
sperimentale» e dunque «non è ancora una teoria completa e
scientificamente verificabile». Il cardinal Christopher Schonborn,
arcivescovo di Vienna, è più volte intervenuto sulla questione, proprio
seguendo la linea del Papa. Senza contare il fatto - si rileva sempre
in Vaticano - che qui non si tratta di abbracciare le tesi
creazioniste: semplicemente si discutono quelle evoluzioniste.
«Nel mondo cattolico, così come nel
mondo scientifico, non esiste di certo una posizione univoca
sull’evoluzionismo. Esistono posizioni diverse e liberamente
esprimibili. E comunque è l’alto magistero della Chiesa, esercitato in
primis dal Papa, a definire cos’è conforme alla cultura cattolica e
cosa non lo è», spiega Michael Georgiev, medico chirurgo del Centro di
Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara, appassionato
dell’argomento, già da quando era studente alle scuole medie superiori
nella sua città natale, Sofia, in Bulgaria. Georgiev, poi, è autore di
un libro appena uscito, dal titolo “Charles Darwin. Oltre le colonne
d’Ercole” (Gribaudi editore). E d’altra parte, rileva Georgiev, «al
convegno organizzato dal Cnr hanno partecipato scienziati, che hanno
affrontato e illustrato teorie scientifiche, non articoli di fede».
Da notare, infine, che il filosofo
tedesco Josef Seifert, membro della Pontificia accademia della vita,
pensatore e studioso apprezzato in Vaticano e in particolare dal
Pontefice, ha partecipato al convegno “incriminato” e il suo contributo
appare nel volume che ne raccoglie gli atti. Altra filosofa tedesca
critica vero l’evoluzionismo e apprezzata da Benedetto XVI - nonchè
partecipante al simposio del febbraio scorso - è Alma von Stockhausen,
così come Pierre Rabischong, biologo, professore emerito
dell’università di Montpellier, già direttore dell’unità di ricerca in
biomeccanica del prestigioso Inserm (Institut National de la Santé Et
de la Recherche Médicale), che non è certo un movimento di fanatici
religiosi.
Caterina Maniaci
Fonte > Libero News | 4 dicembre