Guerra all'Iran: Primo Giorno
InfoWars
26 Maggio 2008
Come previsto, la guerra è iniziata. I piloti israeliani, decollato ben prima dell'alba, hanno attraversato velocemente il Libano ed il nord dell'Iraq, ben sopra Kirkuk. Pilotando gli F-15 ed F-16 costruiti dagli americani, gli israeliani si sono divisi sopra le montagne dell'Iran occidentale mantenendo il silenzio radio, dopo un gesto reciproco di certezza del successo nella missione.
Appena prima del sorgere del sole su Teheran, pochi momenti prima della chiamata a raccolta dei Musulmani per pregare, i missili hanno colpito i loro bersagli. Mentre gli AWACS americani volteggiano sopra ascoltando, guardando e registrando, il pesante bombardamento americano segue pochi minuti dopo. Cadono a dozzine sui loro bersagli le bombe anti-bunker e le piccole testate nucleari, i missili della contraerea iraniana sono sparati a raffica nel cielo.
L'impianto nucleare, che ironia della sorte si chiama Busher [ traducibile con " dei Bush ", come se fosse inglese, ndt ], finisce sbriciolato. I tecnici russi e delle altre nazioni scappano in cerca di salvezza. La maggior parte non ce la fa.
Gli obiettivi in Saghand e Yazd, scelti con cura mesi prima dagli strateghi del Pentagono, sono distrutti. Lo stabilimento per l'arricchimento dell'uranio a Natanz; quello per l'acqua pesante ed i radioisotopi ad Arak; l'Unità per il Combustibile Nucleare ad Ardekan; lo Stabilimento per la Conversione dell'Uranio ed il Centro per la Tecnologia Nucleare, ad Isfahan; sono tutti colpiti simultaneamente dai bombardieri us-raeliani.
Il Tehran Nuclear Research Center, il Tehran Molybdenum, Iodine and Xenon Radioisotope Production Facility, i Tehran Jabr Ibn Hayan Multipurpose Laboratories, il Kalaye Electric Company nella periferia di Teheran, sono tutti distrutti.
I caccia Iraniani si alzano a gruppi, perlomeno quelli che non sono stati distrutti a terra dai missili us-raeliani. Alcuni caccia iraniani riescono anche a lanciare dei missili, colpendo forse gli attaccanti, ma i piloti americani prevalgono rapidamente negli scontri diretti.
L'aviazione iraniana, così come la marina, neanche si immagina bene da cosa sia stata colpita. Come con gli assonnati marinai americani a Pearl Harbor, il pre-alba, l'im-previsto attacco ha cancellato completamente nel giro di poche ore almeno la metà delle forze di difesa iraniane.
A metà mattina, la seconda e terza ondata di incursori us-raeliani si sono abbattute sugli obiettivi secondari. L'unico problema che rimane ora è l'imprevedibile efficacia della difesa missilistica iraniana. Passato l'elemento sorpresa, gli aerei usraeliani potranno cadere numerosi sotto i colpi della contraerea.
Alle 7:35 antimeridiane, ora di Teheran, il primo missile iraniano anti-nave avrà colpito una petroliera panamense in partenza dal Kuwait alla volta di Houston. L'Exocet, lanciato da un caccia iraniano, spezzerà in due la nave e la farà bruciare nello Stretto di Hormuz. Ne seguiranno una seconda ed una terza, denso fumo nero salirà in alto prima che esplodano ed affondino. Per le 8:15 del mattino tutto il traffico navale del Golfo Persico sarà azzerato.
Le navi americane, come da ordini messe in precedenza al sicuro nell'Oceano Indiano, a sud della loro base nel Baharein, lanciano la controffensiva, Ondate di caccia americani sorvolano i rottami in fiamme nel collo di bottiglia dello Stretto di Hormuz, ma i caccia iraniani sono fuggiti.
Alle 9 zero zero antimerididane, Eastern Standard Time, molte ore dopo l'inizio della guerra, la CNN riferisce di uno squadrone suicida di caccia iraniani che ha attaccato la flotta americana a sud del Baharein. Giornalisti a bordo delle navi e sotto copertura, inviano notizie in diretta ad un pubblico attentissimo di americani appena svegliatisi - riferiscono che tutti i caccia iraniani sono stati abbattuti ma non prima di aver lanciato dozzine di missili anti-nave Exocet e Sunburn . Una portaereri, un incrociatore e due caccioatorpediniere sono state colpite. L'incrociatore si è incendiato ed è affondato, 600 marinai sono morti. La portaerei è affondata un'ora dopo.
A metà mattina, ogni base militare iraniana è stata parzialmente od interamente, distrutta. Bruciano centinaia di roghi, risuonano centinaia di sirene. Teheran è stata colpita, non c'è più corrente elettrica. La nuova sede di Al Jazeerah in Teheran è stata rasa al suolo, colpita da un missile a guida satellitare.
Alle 9 e 45 antimeridiane, ora di Baghdad, il primo missile iraniano colpisce la Zona Verde. Nella mezz'ora successiva una miriade di missili cade su obiettivi accuratamente selezionati con sistemi GPS dalle milizie Sci'ite, grazie alle celle di trasmissione all'esterno della Zona Verde e di altre basi USA fisse. Benchè i piloti dei caccia usraeliani abbiano distrutto il 90% dei missili iraniani, rimangono sufficienti Shahabs per distruggere l'intera Zona Verde, l'aeroporto di Baghdad e la base della marina americana. Migliaia di soldati americani ignari sono già morti negli attacchi del mattino. La CNN e la Fox, nessuno ne è sorpreso, tengono il pubblico americano all'oscuro del grande numero di morti innocenti.
Per le 9 e 30 antimerididane, le pompe di benzina sulla costa est degli Stati Uniti alzano i prezzi. Dapprima lentamente, poi in un panico collettivo, i prezzi toccano i 4 dollari a gallone, poi 5, quindi 6 dollari e continuano a salire. Automobilisti spaventati, abbandonano il lavoro e corrono alla pompa più vicina, le radio frastuonano senza posa le ultime notizie dell'attacco pre-ventivo all'Iran. Mentre alle pompe si accendono litigi per la benzina, è scoppiata la Terza Guerra Medio-orientale.
A Washington D.C., le danze sono iniziate dopo che il primo missile ha colpito il bersaglio designato. Il colpo punitivo - non una vera guerra, come dice il portavoce della Casa Bianca - farà avanzare pace e democrazia nel Medio Oriente. I guru dei media seguiranno tale linea ufficiale. Donald Rumsfeld dichiarerà fiducioso alla CNN che, avendo eliminato dall'Iran le armi di distruzione di massa, l'Iran potrà seguire le orme dell'Iraq e godere dei frutti di una libertà duramente conquistata.
Il Presidente annuncerà un discorso per le 2 pomeridiane. Prima di allora la benzina salirà di altri 2 dollari al gallone. Cina e Giappone minacceranno di disfarsi dei dollari americani. L'oro salirà a 120 dollari l'oncia. Il dollaro crollerà contro l'Euro.
La CNN riferirà di violente proteste anti-americane a Parigi, Londra, Roma, Berlino e Dublino. Bombe saranno scagliate contro vari fast food di catene americane in tutta Europa. Il filo-americano Presidente del Pakistan sarà destituito con un violento colpo di stato. Ad eccezione delle azioni del cartello petrolifero, le quotazioni mobiliari al NYSE crolleranno per la frenesìa di vendere. Un singolo missile Shahab iraniano colpirà Tel Aviv, distruggendo un intero quartiere. Israele griderà vendetta e minaccerà una ritorsione nucleare su Teheran, prima che una frettolosa telefonata dall'Assemblea Generale dell'ONU allenti la tensione.
L'allarme di livello arancione in New York, diventerà immediatamente rosso - pieno allarme terrorismo - all'improvviso scoppiare di una bomba nella metro di Manhattan. Il Sindaco Bloomberg dichiarerà la legge marziale. Il Governatore Pataki ordinerà la mobilitazione generale della Guardia Nazionale di New York, richiamando anche le poche guardie disponibili nello stato.
Alle 2 pomeridiane il Presidente Bush apparirà, agitato. Le notizie che scorrono sullo schermo riferiscono che le nazioni del Golfo Persio hanno fermato la produzione di petrolio, che riprenderà solo con la pace. Il Presidente del Venezuela, Hugo Chavez, annuncia il blocco immediato dell'esportazione del petrolio verso gli USA. Tony Blair si offre come mediatore per i negoziati di pace fra usraeliani ed iraniani, offerta che viene sonoramente respinta.
Per le 6 pomeridiane, Eastern Standard Time, il prezzo della benzina si è stabilizzato sui 10 dollari al gallone. Una pompa della Citgo in Texas, vicino alla base militare Fort Sam di Houston, è stata oggetto di bombe. Il terrorismo non è stato sconfitto.
Al tramonto, al richiamo della preghiera - a Tehran, Baghdad, Islamabad, Ankara,Jerusalem, Jakarta e Riyadh - risuona misteriosamente come un brusio di api rabbiose.
* [ Douglas Herman è un veterano dell'aviazione americana che ha predetto correttamente nel suo articolo : Shock & Awe, le conseguenze dell'attacco all'Iraq, ndt ]
Fonte > Rense.com, 25 maggio (riportato da Infowars.com)
Tradotto per EFFEDIEFFE.com da Massimo Frulla
Originale >
Day One: The War With Iran