Gli Usa finanzieranno programmi contro la censura su Internet
La Stampa
15 Febbraio 2011
WASHINGTON - A fronte del ruolo chiave svolto da Facebook e Twitter nelle recenti rivolte in Tunisia e Egitto, l'amministrazione Obama si accinge a presentare la sua nuova politica a sostegno della libertà di connessione in Internet.
Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton invoca la «libertà di connessione», sottolineando come la censura su Internet non possa «frenare per sempre le aspirazioni dei popoli». Allo stesso tempo, il capo della diplomazia americana ribadisce la determinazione di Washington a «inseguire e contrastare l'attività terroristica online».
Gli Stati Uniti sostengono «le libertà di espressione, di riunione e associazione online», si legge negli estratti del discorso in programma oggi, anticipato dal Dipartimento di Stato. «Siamo convinti che una rete aperta possa promuovere a lungo termine la pace, il progresso e la ricchezza», si aggiunge, sottolineando come «la Storia ci abbia mostrato che la repressione semina spesso i semi della rivoluzione».
«Coloro che contrastano la libertà in Internet possono frenare gli effetti delle aspirazioni dei loro popoli per un po', ma non per sempre - sottolinea Clinton - gli Stati Uniti continueranno a promuovere una rete dove i diritti delle persone siano protetti, aperta al cambiamento, inter-operativa ovunque nel mondo, abbastanza sicura da ispirare fiducia e abbastanza affidabile per sostenere il loro impegno».
Secondo quanto preannunciato dal New York Times, il Dipartimento di Stato intende finanziare programmi per contrastare la censura e formare gli attivisti dei diritti umani in modo che sappiano come sottrarsi ai controlli delle autorità sulle loro e-mail e come eliminare dati compromettenti dai cellulari in caso di arresto.
Tuttavia, sottolinea oggi il quotidiano, non mancano le contraddizioni nell'agenda del Dipartimento di Stato: da una parte, infatti, sostiene il libero flusso di informazioni, ma non quando si tratta dei documenti segreti diffusi dal sito Wikileaks; dice di voler aiutare i cittadini cinesi contro la censura di Pechino, ma poi avanza sospetti verso uno dei servizi più usati a questo scopo, sostenuto dal gruppo religioso dei Falun Gong, messo fuori legge dalle autorità cinesi.
Fonte > Stampa.it