Gli ebrei di Tarantino scuotono Israele
Corriere.it
25 Agosto 2009
È già polemica sui «Bastardi senza gloria» che torturano i nazisti
GERUSALEMME —
Kill Hitler 1: «Io — dice Quentin Tarantino alla stampa israeliana
— non so come mi sarei comportato al posto vostro, se avessi avuto a
che fare con gente come i nazisti. Beh, o ti mangi il lupo o è il lupo
che mangia te... Credo che molti ebrei abbiano pensato alla vendetta.
Durante e dopo. E credo che, sì, ci avrei pensato anch’io ». Kill
Hitler 2: «Negli ultimi trent’anni, i film sulla Seconda guerra
mondiale ci hanno raccontato tutto della Shoah. Ma nessuno l’ha mai
letta come una grande storia criminale, un thriller. Questo non è un
film sull’Olocausto. È un film anni 60, tipo Quella sporca dozzina : un
gruppo di ragazzi ebrei, una vendetta da compiere. Ammazzare i nazi
che se no ammazzano te. Quando l’ho presentato al Memorial
dell’Olocausto di New York, ed è stato accolto bene, prevedevo
commenti del genere: 'Però Schindler’s List ...'. Ecco, non
aspettatevi Schindler. Nel mio film c’è molto umorismo. E se metti
l’umorismo in temi delicati, è comprensibile che qualcuno si senta
toccato...».
Toccato, travolto, trafitto. Inglourious Basterds si copre di gloria nei cinema americani, come mai era accaduto a Tarantino.
Supera la prima del fuoco a Berlino, fra l’entusiasmo dei critici di
Faz e Tagesspiele . Ma il 17 settembre si prepara alla platea più
difficile e mica a Cannes: in Israele. Un posto dove la Shoah è da
maneggiare con cura. Dove Spielberg non si sognerebbe mai di proiettare
uno schiavo di Hitler che tira fucilate sui tedeschi o Benigni di
mostrare l’ebreo che frega il kapò e dove invece la fantasia di Quentin
— ebrei che scotennano i nazi, massacrano le Ss e inceneriscono il
Terzo Reich — a parere di molti sfiora l’antistoricità, il
politicamente scorretto.
«Kosher porno», il sogno proibito degli ebrei, l’ha definito un giornale. E il cineforum è già cominciato:
«Non andrò a vederlo — dice Yehuda Bauer, storico della Shoah
all’Università Ebraica, 19 libri sull’argomento, consulente di
registi (Spielberg compreso) —. Quando si rovescia la storia,
rappresentando ebrei carnefici e nazisti vittime, si commette un
falso. Sia pure con la scusa dell’ironia. Ci sono stati casi di
vendetta, ma pochissimi. Già noti. E ben diversi da come li racconta
Tarantino. A lui interessa solo mostrare la violenza di quell’epoca,
per fare soldi: una speculazione che non mi piace».
Fiutando la polemica, il quotidiano israeliano Haaretz ha mandato subito un giornalista in Germania a tastare l’umore
dei tedeschi (domanda: sono pronti a vedersi torturare dalle loro ex
vittime? Risposta: sì), per chiedere poi lo stesso ai suoi lettori.
Ricevendo commenti meno unanimi, orgogli e rancori, umori divisi:
«Grande Tarantino! È giusto che un film si domandi: che cosa sarebbe
successo se?...» (Joan Stuchner); «Tarantino si crede Mel Brooks, ma
non lo è» (Zendog); «Perché inventare una storia, quando c’è già la
Storia? Gli ebrei hanno vinto, i nazisti hanno perso» (Benjamin);
«Questo è revisionismo storico. Come ebreo, vi dico che nessuno della
mia stirpe ha mai ammazzato i tedeschi. È successo il contrario. E
l’unica vendetta possibile fu la fuga» (Billy Jack); «Ve l’assicuro:
noi tedeschi siamo preparati a vedere questo film. Perché non stiamo
ancora seduti sulle nostre rovine, non rimuginiamo. Spiacenti, ma
siamo diventati uno dei Paesi più prosperi e pacifici del mondo!»
(Robert, nipote di nazisti).
In Germania, la censura ha tolto le svastiche dai cartelloni del film. Forse, si farà lo stesso in Israele.
Un caso Tarantino farà bene al botteghino, anche se il regista è troppo
scafato per abboccare. E quando s’insinuano le domande
sull’antisemitismo, sa come rispondere: «L’attore che interpreta un
ufficiale nazista, Christoph Waltz, ha un figlio rabbino». Davvero? E
dove vive? «In Israele. Tutte le volte che avevo bisogno d’un parere,
chiamavo lui».
Francesco Battistini
Fonte > Corriere.it | 25 agosto