Germania: presidente Köhler blocca il Trattato di Lisbona
il Velino
01 Luglio 2008
Berlino, 1 lug - Gli avversari del Trattato di Lisbona cantano vittoria per la decisione del presidente federale Horst Köhler di congelare la firma della legge di ratifica già approvata dai due rami del Parlamento, in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sui ricorsi presentati da Die Linke, il partito della sinistra radicale, e dal deputato cristiano-sociale bavarese Peter Gauweiler, a titolo individuale.
Sono i due estremi dell’arco parlamentare. La loro azione convergente minaccia di trasformare la Germania nel fanalino di coda per la ratifica del Trattato, dal momento che la pronuncia della Corte Costituzionale non dovrebbe giungere prima dell’anno prossimo, probabilmente a ridosso delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo.
“Questo è un primo successo della nostra iniziativa”, si è rallegrato Gregor Gysi, capogruppo al Bundestag della Linke. “Sono felice e non mi aspettavo altro”, ha detto Gauweiler, che è presidente della sottocommissione del Bundestag per la promozione della cultura tedesca all’estero. Il Trattato bloccato da Köhler era stato ratificato a larghissima maggioranza il 24 aprile dal Bundestag (con 515 voti favorevoli, 58 contrari e un astenuto) e il 23 maggio dal Bundesrat, in cui sono rappresentati i governi dei Länder (66 voti favorevoli e l’astensione del Land di Berlino governato dai socialdemocratici dell’Spd insieme con Die Linke).
Lo stop imposto dal capo dello Stato è criticato con toni più o meno severi dai partiti di governo, che peraltro non contestano la legittimità della decisione di Köhler. La stampa fa notare che in una situazione analoga, in occasione della ratifica del Trattato di Maastricht, l’allora presidente federale Roman Herzog volle comunque firmare dimostrativamente la legge di ratifica, riservandosi di promulgarla dopo la verifica da parte della Corte Costituzionale.
“Negando la propria firma, il presidente lancia il segnale sbagliato – ha dichiarato il deputato Axel Schäfer, portavoce per la politica europea del gruppo parlamentare dell’Spd – Dopo il no nel referendum irlandese, questo porta acqua al mulino degli euroscettici”. Deluso anche il deputato cristiano-democratico Gunther Krichbaum, presidente della commissione del Bundestag per le questioni europee :”La decisione presidenziale va rispettata, ma per il suo effetto di segnale politico avrei preferito un’altra variante”.
Enzo Piergianni
Fonte > il Velino