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Gad Lerner in tv fa il processo ai cattolici
Il Giornale
11 Febbraio 2010
All'Infedele, su La7, Lerner mescola il caso Boffo alle malefatte di Marcinkus. La sentenza? La Chiesa è intrallazzona, corrotta e piena di truffatori. Ma il conduttore di religione ebraica non ha usato lo stesso metro per il caso Madoff
Gad Lerner l’altra sera, all’Infedele, con la scusa di parlare del caso
Boffo, ha mandato in onda un processo al cattolicesimo italiano mixando
furbescamente e a vanvera fatti completamente slegati tra loro. Un
dentro fuori tra le vicende di Avvenire, quelle di Marcinkus, con sullo
sfondo papi e secoli di storia e di fede. Il tutto, ovviamente, condito
con una spruzzatina di Berlusconi e di moralità pubblica e privata.
Spalleggiato da due editorialisti di la Repubblica, il teologo Vito
Mancuso e lo storico Adriano Prosperi, non ha dovuto faticare per
tenere a bada, abile conduttore qual è, Vittorio Messori e Luigi
Amicone. Minuto dopo minuto, allusione dopo allusione, Lerner ha
composto il quadro di una Chiesa cattolica intrallazzona e corrotta,
divorata da lotte intestine, insomma una banda di truffatori immorali
dediti agli affari loro.
Inutilmente Messori e Amicone hanno cercato
di sostenere la verità, e cioè che in duemila anni di storia non pochi
mascalzoncelli e anime fragili hanno attraversato curie e sacrestie ma
che la Chiesa è altro e che proprio per questo ha resistito sia
all’usura umana che a quella del tempo. Quisquilie. Lerner ha
continuato a girare il coltello nella piaga con malcelata
soddisfazione. Il tema della serata era un presunto complotto sul caso
Boffo, ma una buona parte della trasmissione è stata dedicata a
«Vaticano Spa», il libro del giornalista Gianluigi Nuzzi che
ricostruisce affari e malaffari dello Ior, la banca del Vaticano
guidata per vent’anni dal discusso vescovo Paul Marcinkus.
Cosa c’entra Vittorio Feltri con le finanze cattoliche lo sa solo Gad
Lerner. Che Marcinkus abbia combinato più di un pasticcio è storia nota
da vent’anni. Che il libro di Nuzzi sia interessante è fuori dubbio. Ma
da questo a imbastire un teorema in base al quale le finanze cattoliche
sono marce e quindi è marcio anche buona parte del cattolicesimo, direi
che ce ne corre. E comunque è una equazione pericolosa che quantomeno
il giornalista Gad Lerner dovrebbe avere il coraggio di applicare con
uguale energia sempre e comunque.
Il giornalista, come noto, non è cattolico. È
di religione ebraica e non si è mai sognato di imbastire una puntata
simile a quella di lunedì sera sul più grande scandalo finanziario
degli ultimi anni, quello che ha visto come protagonista Bernard L.
Madoff, ebreo, recentemente condannato a 150 anni di carcere negli
Stati Uniti per aver truffato 500 miliardi di dollari a investitori di
tutto il mondo. Madoff era ritenuto la punta di diamante della finanza
ebraica e proprio all’interno della sua comunità, anche quella
italiana, ha mietuto il maggior numero di vittime, tra le quali anche
il premio Nobel della letteratura Elie Wiesel e il regista e produttore
cinematografico Steven Spielberg. Seguendo il teorema Lerner, non solo
la finanza ebraica sarebbe marcia, ma anche i suoi riferimenti civili e
religiosi sarebbero assai furbetti.
Perché, sia pure con i distinguo dovuti alla non paragonabile
organizzazione delle gerarchie delle due religioni, Madoff è stato il
Marcinkus degli ebrei. Non potendo sospettare chi si nascondesse dietro
quella maschera, in epoca non sospetta, persino il nostro autorevole
commentatore R. A. Segre lo aveva definito, «il prototipo della onestà
e della generosità della finanza ebraica nel mondo, soprattutto
religiosa». Ovvio, visto che l’uomo era stato anche tesoriere della
Yeshiva University di New York e presidente della Business School,
considerata la più prestigiosa istituzione accademica religiosa ebraica
d’America.
Gli esempi potrebbero essere anche altri. Nelle non poche puntate che
l’Infedele ha dedicato alle attenzioni per le donne del nostro
presidente del Consiglio, Gad Lerner non si è mai soffermato, per
analogia giornalistica, sullo scandalo che ha travolto il presidente
dello Stato d’Israele, Moshe Katsav, che si è autosospeso dalla carica
dopo essere stato accusato dalla polizia di violenze sessuali su una
dipendente oltre che di intercettazioni legali e di frodi. Né si è mai
sognato di mettere in discussione, per questo episodio, la moralità
pubblica e privata dell’intera classe dirigente di Israele.
Ora, essendo La7 una televisione privata può
mandare in onda ciò che meglio crede e i cattolici sono altrettanto
liberi di cadere nel trappolone e andare a farsi massacrare e
spernacchiare in diretta tv. Basta avere sempre presente che non solo
la cronaca, ma a volte anche la storia, non è come Gad Lerner ce la
vuole raccontare.
Alessandro Sallusti
Fonte >
Il Giornale
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