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Fame? Ecco il nuovo “Bug Mac”
La Stampa
26 Gennaio 2011
È stato definito il cibo del futuro: ricco di proteine, povero di grassi: una vera leccornia, secondo gli scienziati Si sono sbagliati a scrivere, può aver pensato qualcuno, invece no, non è un errore di battitura, c’è proprio scritto “Bug”. E per chi non lo sapesse, bug, in inglese significa insetto. Ecco, siamo arrivati al dunque, e qui qualcuno avrà già fatto una smorfia di disgusto. Ma è proprio così, il cibo del futuro, quello più eco-friendly che non l’allevamento di bovini e suini, sono gli insetti. Insetti cucinati e gustati allo stesso modo di un bel panino con hamburger.
L’idea è venuta a un gruppo di scienziati olandesi che, sull’onda del successo che gli insetti stanno avendo sulle tavole degli orientali, hanno deciso di lanciarli sulle tavole degli occidentali. Per far provare le loro succulente specialità hanno reclutato circa 200 volontari assaggiatori a cui sono stati dati da mangiare tutta una serie di insetti, cucinati in vari modi.
«Il modo migliore per iniziare è quello di provare una volta», esordiscono i ricercatori mostrando le loro prelibatezze di fronte a una platea incredula all’Università di Wageningen (NL).
«Verrà il giorno in cui un Big Mac costerà 120 euro e un Bug Mac 12 euro», afferma il dottor Arnold van Huis, coordinatore dello studio, e quindi sarà meglio rivolgersi ai piatti a base d’insetti.
Gli insetti sono abbondanti in natura e non inquinano come gli allevamenti di bestiame, sono meno a rischio malattie mutagene come il morbo della mucca pazza e costano decisamente meno, spiegano gli scienziati. E se qualcuno storce il naso, ricordano che una persona media consuma in ogni caso, involontariamente, circa 500 grammi di particelle di insetto in un anno – questi si trovano nelle confetture di fragole, nel pane e in altri prodotti alimentari trasformati. Quindi, «perché non mangiare gli insetti?», domanda il dottor Marcel Dicke, entomologo presso l’Università.
Anche il dottor Van Huis è dello stesso parere e ricorda come almeno 500 tipi diversi di insetti si mangino ogni giorno in Messico, 250 in Africa e 180 in Cina e, a sua detta, la maggior parte di questi sono una prelibatezza. Ma lo dice con cognizione di causa a quanto pare, perché da quello che è emerso alla presentazione dei piatti a base di insetti e da quello che si sono mangiati i presenti tutti quanti hanno avuto un grande successo, tanto che sono letteralmente spariti dalla tavola.
Ecco così che al coffee break, anziché il caffè c’erano tutta una serie di pasticcini, panini e stuzzichini vari che al posto della crema o del prosciutto avevano al loro interno, a seconda del tipo, dei bei vermicelli, cavallette e compagnia bella. E, come accennato, a quanto pare sono spariti molto velocemente dalle tavole, con evidente soddisfazione di organizzatori e chef.
L’imbarazzo della scelta poi è d’obbligo dato che in tutto il mondo ci sono più di 1.200 specie di insetti commestibili, spiegano i ricercatori. Tra questi gli immancabili vermi, le zanzare (così una volta tanto dovranno essere loro a difendersi dall’uomo), vespe, formiche, termiti, cavallette e, per gli amanti della “selvaggina”, il cervo volante… e altri coleotteri.
In vista del boom della cucina a base d’insetti che gli scienziati prevedono esploderà anche in Europa, alcuni agricoltori olandesi si stanno già organizzando e hanno iniziato la loro attività di allevamento per rifornire le tavole dei primi buongustai che mostrano di apprezzare questa cucina del futuro.
Sarà quindi la fine di insetticidi, carta moschicida e compagnia bella per far posto allo stomaco? Brutta sorte per gli insetti, comunque vada.
Fonte > Stampa.it
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