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Ecco dove vanno a finire gli utili Telecom Italia
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Piroso mandato via da Mentana, Tronchetti Provera ha dato al licenziato una liquidazione di 3 milioni. Ecco dove vanno a finire gli utili Telecom Italia

1 - VENTI DI SCIOPERO A LA7

Uguagliato a meno di una settimana dall'insediamento, d'estate e senza metterci il volto, il record toccato da Antonello Piroso nel Tg delle 20 (il 4,8% di share), adesso Mentana può puntare a superare il 5 e andare oltre, dimostrando che Telecom ha fatto un ottimo investimento nell'ingaggiarlo.

Può contare su una cronaca politica pregna di berlusconismi vari e avariati. Forse però può contare un po' meno sulla redazione, che dopo avergli steso i tappeti rossi starebbe già pensando a uno sciopero.

I giornalisti del tg si erano in effetti spellati le mani quando Mentana ha annunciato l'abolizione di tutte le novità introdotte da Ariposo Piroso, che è stato ridotto a più miti consigli anche sul fronte di 'Omnibus', il suo programma che Mentana gli ha sfilato imponendo una condizione: "se vuole continuare ad occuparsene, deve risponderne a me", condizione che Ariposo ha rifiutato.

Così al Tg, con una nuova grafica e colori che ricordano il Tg5 (immediato il soprannome affibiato da un burlone di redazione: "viste le risorse, il nostro è un Tg Cinquino"), ha reintrodotto i titoli. "Sono antiquato" ha spiegato Chicco, in riferimento alla frecciata che Piroso gli ha riservato nell'editoriale di commiato: tu sei Madonna, con un grande avvenire dietro le spalle, io sono Lady Gaga, il futuro pop. (Paragone che il critico del Corriere della Sera Aldo Grasso, infierendo su un uomo morto, cioè il povero Ariposo, ha capito a rovescio).

Questo articolo e gli ascolti di Mitraglia hanno comunque messo di buonumore lo scarparo a pallini Diego Della Valle, azionista del Corriere e testimone di nozze di Chicco, che ha chiamato per complimentarsi: lo Scarparo ha speso più di una parola in favore di Mentana, anche perché l'aveva giurata a Piroso quando a dicembre era stata trasmessa da La7 la docufiction "Offside" su Calciopoli, in cui si vedevano le immagini e si sentivano le sue intercettazioni al telefono con la cricca di Luciano Moggi.

2 - IL BASTONE E LA CAROTA (ANZI UN CETRIOLO) ALLA REDAZIONE


Tutto questo alla redazione però importa poco. E' vero, Mentana ha promesso di volere anticipatamente uscire dalla rigida gabbia dei contratti di solidarietà, in scadenza a febbraio, che fanno attualmente lavorare i giornalisti 4 giorni su 7 a fronte di un taglio in busta paga pari al 16% (ma la fine della solidarietà vorrà anche dire che Mentana potrà assumere un po' di "suoi" giornalisti, a cominciare da Marco Ferrante, ora al Riformista, come vicedirettore).

Per il resto però sono stati schiaffoni. Domanda: riapriremo le sedi di corrispondenza dall'estero, chiuse da Piroso? Risposta: no, non servono. Il Tg avrà più mezzi? No, quelli che ci sono vanno benissimo. Piuttosto, ha continuato Mitraglia, 90 giornalisti a Roma sono troppi, ne servono almeno 5 a Milano. Qualcuno si vuole trasferire? E qui, dopo la domanda retorica, o forse no, i sorrisi si sono via via spenti. Lo sport? Quella è una redazione con più giornalisti di quanti ne servano, e comunque i servizi devono andare dentro al tg (bye bye dunque al tg sportivo delle ore 13).

3 - CIANCIMINO JR MA ANCHE DELL'UTRI


La macchina del telegiornale, ha comunicato inoltre Mentana, lavorerà per fasce e non più per redazioni. Cioè si farà il tg con chi c'è sulla base dei turni, e tutti faranno tutto, basta con i servizi assegnati in base alla redazione di appartenenza e alle rendite di posizione.

Una rivoluzione che ha lasciato di stucco i "senatori" della redazione, che prevedevano di tornare ad essere trattati con i guanti bianchi dopo la dipartita di Ariposo che li aveva ripetutamente sculacciati. Mentana, insomma, vuole rompere schemi e rigidità, dimostrando di conoscere a menadito i suoi giornalisti.

Tanto che quando Silvia Resta, la giornalista esperta di mafia che urlò alla censura quando Ariposo bloccò un suo servizio su Spatuzza che riferiva solo delle sue accuse senza contraddittorio, ha preso la parola dopo Mentana, che aveva parlato del ruolo centrale del tg, per attaccarlo con forti espressioni di critica: "Direttore, le tue parole sono musica per le nostre orecchie", "Direttore, grazie per averci detto che torneremo finalmente a fare il nostro mestiere", e via insalivando, Mentana l'ha stoppata: "Grazie, ma ricordiamoci che quando faremo un pezzo di mafia sentiremo Ciancimino Jr ma anche Dell'Utri". E Resta è restata a bocca aperta. E il Cdr con lei.

4 - PIROSO DAVVERO ARIPOSO (CON TRE MILIONI DI EURO E L'OBBLIGO DI NON APRIRE BOCCA SULLA SUA VICENDA)

E Piroso? E' andato in vacanza, ma prima è stato visto a cena con Paolo Romani, proconsole berlusconiano in inutile attesa di diventare ministro dello Sviluppo Economico. Partendo ha chiuso in valigia anche l'assegno che Telecom gli ha staccato per liquidargli 5 anni di direzione, il licenziamento, la perdita di 'Omnibus' (ma davvero Piroso poteva pensare che Mentana avrebbe tollerato di lasciargli 4 ore al giorno di palinsesto?) e metterlo sotto contratto per due anni, con 400 puntate di un programma quotidiano, 60 prime serate e l'obbligo di non rilasciare interviste su questa vicenda. Totale: 3 milioni di euro, che rendono di sicuro la pillola meno indigesta in attesa di assai improbabili tempi migliori.

5 - CHICCO SFANCULA ALFONSINA

Va dato conto del siparietto che si è consumato con Tv Sorrisi e Canzoni, diretto da Alfonso Signorini, che ospita una rubrica in cui gli 8 direttori di tg (Rai, Mediaset, La7 e Sky) rispondono a un quesito su un fatto della settimana. Per l'ultimo numero hanno dunque contattato Mentana, che li ha sfanculati: "Non ho nulla contro 'Sorrisi' ma la vostra rubrica mi fa pena e comunque non vedrete mai la mia firma accanto a quella di uno pseudogiornalista come Giovanni Toti, direttore di Italia Uno". (vedi il pezzo in fondo).

Ma che gli ha fatto Toti a Mitraglia per essere mitragliato così? Forse a Chicco brucia il mancato ritorno a Mediaset, dove sarebbe corso se i figli del Cavaliere del Cialis, Piersilvio e Marina, non si fossero opposti con durezza, imputandogli di aver rinnegato quasi un ventennio di comodo e ben remunerato aziendalismo con la sceneggiata delle dimissioni per la mancata messa in onda di 'Matrix' sulla morte di Eluana Englaro, e quello che ne seguì.

La scelta di andare a La7, quindi, è stata di "default", ma sempre con la benedizione del Grande Capo. Perché se era Silvio a tenere Mitraglia lontano dal video, è pur sempre Silvio che ha rimosso il "niet" alla sua resurrezione.

6 - CHIARA GAMBERALE CONDUTTRICE

Da ultimo, Chiara Gamberale, figlia di quel don Vito che con Ubaldo Livolsi si appresterebbe a fare una cordata per rilevare la quota Telecom in mano a Telefonica, ha firmato per condurre un programma sui sentimenti: un segno che forse il tanto ventilato nuovo corso, tutto hard news e politica, per adesso è solo una dichiarazione di intenti. La7 sembra tornata a essere una tivù fighetta. Pardon: alla Vanity Fair, come segnalato da quel simpaticone di Gad Lerner, che ha ricordato come lui, Mentana e Daria Bignardi siano i tre editorialisti del settimanale.

7 - MENTANA DICE NO A SORRISI

A.V. per "Sorrisi e Canzoni" - «"I magnifici 8"? D'ora in poi chiamateli "I magnifici 7"». Enrico Mentana, neodirettore del Tg di La7, respinge il nostro invito a far parte della rubrica che trovate qui sotto e che Aldo Grasso, il critico del «Corriere della Sera», ha definito una delle più interessanti di tutta la stampa italiana. Perché non vuole partecipare? «Quella rubrica mi ha sempre fatto un po' pena » ci ha spiegato.

Pena? «Sì, pena. Non voglio partecipare a una rubrica in cui per farne parte basta essere direttori di tg e dove quindi c'è per esempio un Toti (Giovanni Toti, il direttore di Studio Aperto, ndr). Una volta si diventava direttori di tg per meriti, oggi invece...». Mentana spiega che non ce l'ha con Sorrisi («Sarò sempre disponibile per interventi e interviste»), ma proprio con la nostra rubrica, di cui propone di cambiare la struttura: «Se un giorno Sorrisi farà una rubrica con le opinioni di un gruppo scelto di direttori di quotidiani e tg, allora io sarò disponibile».

Preso atto del rifiuto, abbiamo chiesto a Giovanni Toti che cosa pensa di questa presa di posizione di Mentana. «Se si è riferito proprio a me, francamente mi lusinga l'attenzione del grande Mentana» ci ha detto Toti. «Detto questo, una volta era l'appartenenza all'Ordine dei Giornalisti il requisito per diventare direttori. Ora invece pare che serva l'agibilità politica di Enrico Mentana...».

Fonte >  Dagospia


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