Nel giro di poche settimane un oscuro prete di provincia, anche se ben avviato nella carriera accademica come docente della prestigiosa Università Pontificia Giovanni Paolo II di Cracovia (interrotta bruscamente dal vescovo il 26 maggio scorso) è diventato il nemico numero uno della Chiesa polacca. Il sacerdote è accusato di voler attentare all’unità ecclesiale. Don Piotr Natanek, classe 1960, rettore della certosa Niepokalanow a Grzechynia nel sud del Paese, vicino alla frontiera con la Slovacchia è un tipo dal fisico robusto ed in apparenza bonario, ma si sta dimostrando un novello Savonarola. Muove critiche per tutti, gerarchia compresa. La sua ferocia nei giudizi sarebbe però di poco peso senza la lente d’ingrandimento della rete internet. In pochi giorni la predica di don Natanek contro le incursioni di Satana nella vita della gioventù polacca, registrata su un video amatoriale, è stata vista in rete da più di mezzo milione di persone.
E questo, a quanto pare, era troppo per il suo vescovo. Che è che il cardinale Stanisław Dziwisz, l’ex segretario particolare di Giovanni Paolo II. Dopo aver fatto esaminare il caso da un’apposita commissione teologica, ha preso la decisione di sospendere il prete ribelle a divinis per manifesta disobbedienza: in precedenza aveva ricevuto più di un’ammonizione e avrebbe dovuto avere più equilibrio.
Lo spiega lo stesso don Stanislao in una lettera del 20 luglio scorso, ricordando a don Natanek, «noto per le sue controverse omelie e per messaggi postati in rete», che non ha obbedito alle direttive disciplinari del 28 gennaio del 2010, ha disatteso gli ammonimenti canonici del 25 maggio 2007, del 23 febbraio 2009 e del 9 aprile 2010; ha ignorato l’invito al colloquio con i superiori, continua le sue dannose esternazioni, nonostante gli fossero proibite, diffonde le opinioni non approvate dalla Chiesa riguardanti la regalità di Gesù Cristo, basate sulle rivelazioni private e ispirate dalle dottrine delle sette escatologiche estranee all’insegnamento della Chiesa, nonché pubblicamente mette in dubbio l’autorità dei pastori, per non parlare dell’invalida celebrazione di un matrimonio, senza il necessario mandato. Il cardinale Dziwisz ha fatto presente a don Natanek che con la sua attività sta recando danni ai fedeli che lo seguono e all’intera comunità ecclesiale, per cui merita pienamente la pena prevista nel canone 1371 del Codice di Diritto Canonico, e anche quella prevista nel canone 1393, per essere stato recidivo ai richiami. Come unica risposta quattro giorni dopo il prete ha celebrato una Messa pubblica durante la quale senza mezzi termini ha accusato il suo vescovo di essere un massone. Nello stesso tempo un gruppo di suoi seguaci ha scritto al nunzio apostolico in Polonia monsignor Celestino Migliore una lettera in sua difesa, affermando tra l’altro che «la vera minaccia per la chiesa polacca non è don Piotr Natanek o altri come lui, bensì la stessa Gerarchia».
La lettera, che dovrebbe essere inviata anche al Papa, è già stata sottoscritta da 1.400 persone. «Con grande rammarico La informiamo dei continui attacchi a don Natanek da parte delle gerarchie ecclesiastiche, compreso l’arcivescovo cracoviense – scrivono i suoi difensori – noi fedeli della Chiesa cattolica non abbiamo paura di don Piotr Natanek, come ci si suggerisce, bensì della gerarchia, che introduce le troppe novità e ci allontana dalla Sacra Tradizione». Il prete ribelle, paragonandosi recentemente a monsignor Marcel Lefebvre, scomunicato durante il Pontificato del di Giovanni Paolo II, è un ulteriore segnale del suo allontanamento che ha ribadito ai suoi fedeli che «Finalmente avrete le sante Messe valide e dignitose».
Le sue invettive non risparmiano nessuno e dalla polemica il passaggio all’insulto e denigrazione di prelati defunti è un dato di fatto. Parlando del defunto monsingor Józef Życiński, arcivescovo di Lublino morto qualche mese fa a Roma, noto intellettuale e sostenitore dell’Europa, don Natanek ha dichiarato che «ora il vescovo egli si trova all’inferno legato con la più pesante catena a Maometto» e che «le sue lamentele arrivano al cielo». Alle vittime delle piogge torrenziali e trombe d’aria che hanno invaso recentemente molte zone della Polonia il prete sospeso a divinis ha consigliato di chiedere danni alla curia di Cracovia, implicitamente accusandola di aver provocato quei disastri. Le sue azioni plateali si susseguono quotidianamente: ha recentemente messo ko una troupe dell’emittente commerciale TVN, dopo averla maledetta con una formula. Ai suoi fedeli don Piotr Natanek dichiara con sicurezza ai suoi seguaci: «Devo condurvi in cielo con la coercizione, anche se cercherete di opporvi». In fondo la sua forza, a quanto pare, è dovuta principalmente al fatto che se ne parli continuamente.
Marek Lehnert
Fonte > Stampa.it | 5 agosto 2011