Dal Trionfo alla Tortura: John Pilger parla della tortura di Mohammed Omer da parte di Israele
Rinf
05 Luglio 2008
Due settimane fa, ho presentato un giovane Palestinese, Mohammed Omer, Premio Martha Gellhorn per il Giornalismo, anno 2008. Premiato in memoria della grande corrispondente di guerra, il premio va a giornalisti che smascherano la propaganda delle istituzioni, le "belinate ufficiali", come le chiamava la Gellhorn. Mohammed ha diviso il premio di 5000 sterline con Dahr Jamail. All'età di 24 anni è il più giovane vincitore. La motivazione recita così : " Ogni giorno, riferisce dalle zone di guerra, dove è anche lui prigioniero. La sua terra natia, Gaza, è ingabbiata, affamata, attaccata e dimenticata. E' un testimone profondamente umano di una delle più grandi ingiustizie dei nostri tempi. E' la voce dei senza voce." Primogenito di otto figli, Mohammed ha visto uccisi, feriti o mutilati, la maggior parte dei suoi fratelli e sorelle. Un bulldozer israeliano ha frantumato casa sua mentre la famiglia era dentro, ferendo gravemente la madre. Eppure, dice Jan Wijenberg, già ambasciatore Olandese, "è una voce moderata, che incoraggia i giovani Palestinesi a non coltivare l'odio ma a cercare la pace con Israele".
Portare a Londra Mohammed perchè ricevesse il premio è stata una operazione diplomatica impegnativa. Israele esercita un perfido controllo sulle frontiere di Gaza, così gli è stato concesso di uscire solo grazie alla scorta dell'ambasciata olandese. Giovedì scorso, nel viaggio di ritorno, si è incontrato con un ufficiale olandese presso il Ponte Allenby per attraversare la frontiera ( con la Giordania ), l'ufficiale attendeva fuori dall'edificio israeliano, inconsapevole che Mohammed fosse stato sequestrato dalla Shin Bet, l'infame organizzazione della security di Israele. A Mohammed intimano di spegnere il cellulare e di togliere la batteria. Lui chiede se può chiamare la sua scorta dell'ambasciata e gli viene risposto bruscamente che non può. Un uomo si occupa del suo bagaglio e fruga fra i documenti. " Dove sono i soldi ?" gli chiede. Mohammed tira fuori dei dollari americani. " Dove sono le sterline inglesi che hai ? " " A quel punto realizzo " dice Mohammed " che stava cercando la somma in denaro del premio Martha Gellhorn. Gli dico che non li ho con me." "Stai mentendo," replica. Ora sono circondato da otto ufficiali Shin Bet, tutti con le armi in pugno. Uno, che chiamano Avi, mi ordina di togliermi i vestiti, eppure sono già passato attraverso la macchina ai raggi x. Mi spoglio fino alle mutande, ma mi dice di togliermi tutto. Quando mi rifiuto, Avi appoggia la mano sulla sua pistola. Mi vien da piangere : "Perchè mi tratti in questo modo ? Sono un essere umano." Lui dice, "Questo è niente rispetto a quello che vedrai ora," ed estrae la pistola, me la preme sulla testa e tenendomi bloccato con il peso di tutto il suo corpo mi toglie a forza le mutande. Poi mi obbliga ad una sorta di ballo che si inventa lì sul momento. Un altro tipo, che ride, mi dice : "Perchè porti con te dei profumi ? " Io rispondo " Sono dei regali per i miei cari," e quello : " Ahh, esiste anche l'amore nella tua cultura ?! "
"Nel prendermi in giro, gli piaceva moltissimo deridere le lettere che avevo ricevuto dai lettori in Inghilterra. Ora mi trovo da dodici ore senza cibo, senza acqua e senza bagno, mi hanno fatto stare in piedi, le gambe bloccate, ho vomitato e sono svenuto. Tutto quello che ricordo è uno di loro che con le unghie scava, graffia ed artiglia la cerna delicata sotto gli occhi. Solleva la testa e mi pianta le dita vicino al nervo uditivo, fra la testa ed il timpano. Il dolore diventa più acuto quando affonda con due dita insieme. Un altro spinge con uno dei suoi anfibi sul mio collo, spinge forte contro il pavimento. Sono stato steso lì per più di un'ora. La stanza è diventata un macello di dolore, rumore e terrore."
Chiamano un'ambulanza e dicono di portare Mohammed ad un ospedale, ma prima deve formare una liberatoria a favore di Israele per eventuali danni subiti durante la loro custodia. Il medico Palestinese, coraggiosamente, si oppone e dice che vuole contattare la scorta all'ambasciata olandese. Gli israeliani, preoccupati, lasciano andare l'ambulanza. La posizione israeliana è quella, scontata, che Mohammed era "sospettato" di contrabbando ed ha "perso il suo equilibrio" durante un "regolare" interrogatorio, così riferisce la Reuteurs, ieri.
I gruppi israeliani per i diritti civili hanno documentato le consuetudini di tortura ai Palestinesi da parte degli agenti della Shin Bet, fatte di "bastonate, legacci dolorosi, torsioni indietro, stiramenti del corpo e prolungata deprivazione del sonno". Amnesty ha ampiamente riferito del consolidato usa della tortura da parte di Israele, le cui vittime quando ne vengono fuori sono solo l'ombra di se stessi. Alcuni nemmeno vengono restituiti. Ad un ipotetico tavolo della riunione della lega internazionale degli assassini di giornalisti, soprattutto giornalisti Palestinesi, Israele occuperebbe un posto d'onore; giornalisti uccisi che non riceverebbero che una minima parte dell'attenzione che invece è stata data ad Alan Johnston, della BBC.
Il governo olandese ha detto di essere sconvolto dal trattamento subito da Mohammed Omer. Ha detto Jan Wijenberg, già ambasciatore : "In nessun modo questo è un incidente isolato, questo è parte di una strategia a lungo termine che mira alla distruzione della vita sociale, economica e culturale della Palestina... sono consapevole della possibilità che Mohammed Omer venga ucciso da cecchini israeliani o da una bomba, in un futuro non tanto lontano."
Mentre Mohammed a Londra riceveva il suo premio, il nuovo ambasciatore israeliano in Inghilterra, Ron Proser, si lamentava pubblicamente del fatto che molti britannici non apprezzassero più l'unicità della democrazia di Israele. Forse, lo fanno ora.
John Pilger
Tradotto per EFFEDIEFFE.com da Massimo Frulla
Fonte> Rinf.com (3 luglio)