Confermato il ruolo delle difficoltà finanziarie nel crollo dei volumi degli scambi
Naked Capitalism
31 Ottobre 2008
Uno dei quattro temi più famigliari nelle ultime settimane è che la caduta dei traffici commerciali, indicata e forse sovrastimata dalla drammatica discesa dell'indice Baltic Dry ( BDIY ), sia dovuta - almeno in parte - alle difficoltà che i compratori stanno avendo nel definire, ed ottenere dalle banche, le relative lettere di credito.
Per quelli nuovi al tema, il commercio internazionale dipende in larga parte dalle lettere di credito. Se da una parte possono finanziare le spedizioni, dall'altra il loro ruolo più importante è quello di assicurare lo spedizioniere che sarà pagato per il cargo inviato. Se non ci fossero le banche che usano le lettere di credito per inviare i pagamenti agli esportatori, controparti che si incontrano per la prima volta o che hanno scambi commerciali poco frequenti, non potrebbero intrattenere scambi commerciali ( per esempio, un tipo di lettera di credito documentata, richiede una modulistica, spesso molto lunga ed elaborata, che verifica che le merci siano state ispezionate e certificate, che i controlli doganali siano stati superati e che tutti i costi ed i canoni dovuti siano stati pagati, esibiti e verificati prima che venga inviato il pagamento).
Alcuni lettori potrebbero sorridere all'idea che un elemento fondamentale del commercio stia per scomparire eppure continui ad attrarre l'attenzione; pochi sosterrebbero invece che le lettere di credito siano state sfruttate quale scusa da parte dei compratori per troncare gli scambi di merci, colpendoli quando i prezzi erano più alti.
Ad ogni modo, come è stato discusso ad nauseam, le banche sono riluttanti ad esporsi con del credito verso altre banche anche in quella forma più ordinaria di esposizione a breve termine che si chiama prestito interbancario.
E' stata una lotta, quella condotta dalle banche centrali, per indurre le banche a prestarsi fra loro denaro per un termine superiore all' overnight. Il finanziamento del commercio è un'area giunta ad un punto morto, operativamente impegnativa ed a basso profitto, che semplicemente non interessa nè i gestori più esperti nè chi regola, inoltre le problematiche di quest'area non hanno virtualmente alcun effetto sulle banche, quindi anche i problemi più seri semplicemente non risultano, soprattutto in confronto a tutti gli altri incendi che le banche centrali cercano di spegnere.
Ulteriori conferme alle nostre teorie vengono da una informativa dell'UBS Equity Derivatives Macro Sales dell'ultima settimana. L'articolo indica che se l'industria manifatturiera non ha già chiuso a causa della scarsità di credito, uno dei motivi è che gli utenti stanno rifacendo gli inventari.
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I quattro indicatori che sono stati osservati come guida per il settore delle risorse sono stati : il Baltic Dry Goods Index (BDIY), l'Indice dei titoli del settore ferro ed acciaio quotati nel Topix (TPIRON), il rame a tre mesi e l'oro "spot". Fra questi quattro, il rame è quello con la miglior tracciabilità ma ognuno, in un periodo o nell'altro, è stato il "miglior" indicatore guida. Il punto è : quale di questi quattro è il miglior indicatore ora ? Quello che è ritenuto dal mercato il miglior indicatore attuale è, senza dubbio, il BDIY; ma io mi sento di mettervi in guardia sul come interpretarne le indicazioni.
Ecco un grafico "brutale"
Un paio di cose : primo, il BDIY non sempre riflette la richiesta globale di scambio di prodotti all'ingrosso. Si osservi infatti che dopo che l'Indice ha fatto il suo massimo alla fine del 2004, il BDIY è nettamente disceso mentre non così la domanda globale ed i prezzi, questo perchè c'è stato un surplus di nuove disponibilità on line. Relativamente a questo periodo, la correlazione fra titoli del settore estrattivo e BDIY è scesa da sopra lo 0,9 a sotto lo 0,1. Un BDIY che sale o che scende non implica necessariamente che il motivo sia un cambiamento nella richiesta di merci all'ingrosso.
Secondo, questo crollo senza precedenti dell'indice BDIY mostra che la situazione nel mercati delle spedizioni è agghiacciante, e questo non è causato da una nuova fornitura di navi. Come osserva Tim Marshall dell' UBS : "L'ultima volta che abbiamo visto il BDIY scendere sotto i 1.000 punti e proseguire verso il basso per raggiungere il suo minimo a 554 punti, è stato nel luglio del 1986. All'epoca fu la gigantesca flotta di nuove navi mercantili che entrava nel mondo del nolo che fece scendere il BDIY come mai prima di allora. Oggi, questa valanga di nuove navi non solo non si vede, ma potrebbe essere rimandata sine die a causa della mancanza di liquidità dovuta ad una crisi finanziaria senza precedenti che colpisce tutte le banche del mondo, e nuovamente il BDIY sta scivolando verso i suoi minimi storici."
Poteva andar peggio - come sapete, ho ripetutamente insistito sul segnalare il rallentamento della domanda nei mercati asiatici emergenti quale causa prima di quasi tutti i maggiori scombussolamenti economici ai quali assistiamo oggi - ma anche io devo ammettere di essere rimasto sorpreso dalla dimensione e dal ritmo di questa apparente caduta della domanda, ed è per questo che ritengo che qualcosa mi sia sfuggito. In due delle mie più recenti comunicazioni, avevo sottolineato alcune delle anomalie del mercato delle merci, quali la fondamentale inconsistenza del tema costi di produzione ai fini della determinazione dei prezzi e del modo sistematico con il quale sembriamo aver sovrastimato il ruolo della domanda durante la fase di ascesa del ciclo. Vorrei proporre oggi che il BDIY ci invia un segnale analogamente confuso, più precisamente che mentre la domanda apparente è crollata, la domanda reale ne ha risentito di meno e che quella alla quale assistiamo è fondamentalmente una massiccia discesa rapida dei titoli azionari.
La causa di tutto ciò è il crollo del sistema mondiale del commercio delle merci. Nelle ultime settimane Andy ed io abbiamo riferito, nelle nostre rispettive comunicazioni quotidiane, delle difficoltà di importatori ed esportatori di materie prime nell'avere accesso ai finanziamenti bancari per sovvenzionare i loro scambi. Per esempio, Andy ha scritto della richiesta della Corea del Sud di un immediato sostegno dagli USA perchè finanzi la loro importazione di cibo e petrolio, io ho parlato di come la mancanza di finanziamenti al commercio stesse riducendo il volume delle spedizioni di carbone verso Rotterdam e stesse condizionando il volume delle esportazioni USA di grano. Se ci si ferma a pensarci su, se le banche sono riluttanti a prestarsi soldi fra di loro a causa del rischio percepito nella controparte, perchè mai dovrebbero prestare soldi invece ad un piccolo commerciante di Asia, Africa ed anche dell'Europa? Sappiamo di banche che hanno rifiutato le lettere di credito di altre banche - e siamo consapevoli che alcune banche si sono semplicemente rifiutate di fare i versamenti per le lettere di credito perchè non avevano fondi. Senza un sistema mondiale del commercio che funzioni, il mercato globale non può che crollare.
Ed ecco dove siamo oggi : il motivo per il quale il prezzo del ferro grezzo spot in India è crollato, invece di dimezzarsi nell'arco di tre mesi, è perchè la domanda cinese è scomparsa, ma la domanda cinese è scomparsa per il sommarsi del crollo della domanda reale al crollo della domanda apparente, quest'ultima da ascriversi all'impossibilità di finanziare le spedizioni cargo. Ed è la stessa storia per le altre merci all'ingrosso, per i metalli industriali, carbone, petrolio ed anche derrate alimentari.
Il precipitare della domanda mondiale di materie prime è reale, ma non così grave come l'indice BDIY vuol farvi credere.
Attualmente il divario fra crollo della domanda reale ed apparente è colmato dal crollo sui mercati azionari. Questo potrà durare per un pò, sia perchè ritengo che i titoli azionari fossero più sopravvalutati di quanto il mercato non percepisse, sia perchè gli investimenti azionari in merci stanno ritornando al mercato e perchè una riduzione della domanda significa una riduzione nei consumi. Nel caso i mercati degli scambi finanziari rimangano chiusi, allora inizieranno a chiudere le manifatture del mondo ed il mondo cadrà nella depressione; nel caso invece gli scambi finanziari riprendano, i prezzi delle merci dovrebbero mostrare un sorprendente piccolo rimbalzo in sù in un mercato che rimane orientato in giù, * mentre viene ricostruito il mercato azionario.
Il primo caso è troppo terribile perchè ce lo si possa augurare, perciò devo aspettarmi che in un modo o nell'altro la finanza si riprenda ed i mercati rimbalzino.
* [nell'originale "dead cat bounce " letteralmente "rimbalzo di gatto morto", che nel gergo borsistico indica un rimbalzo all'insù di un mercato che rimane all'ingiù, appunto come il rimbalzo di un gatto che comunque è morto ndt ]
Fonte > Naked Capitalism | 28 ottobre
Tradotto per EFFEDIEFFE.com da Massimo Frulla