Chiamata Per l'italia: Ora i diritti
Il secolo d'Italia
22 Ottobre 2009
Fascisti pro gay
Il no alla legge sull'omofobia si è consumato in un clima da caccia alle streghe. Ma così ci allontaniamo dall'Europa
E' giunta l'ora che il Popolo della libertà affronti fino in fondo la questione dei diritti civili e della lotta all'omofobia. È tempo che una delle principali formazioni dello schieramento popolare delParlamento europeo si metta davvero al passo con i tempi, gli argomenti e i metodi di affrontarli che la grande famiglia del Ppe e i suoi rappresentanti utilizzano coralmente in tutto il Vecchio continente. È bene, insomma, per non allontanarci ulteriormente dalle nazioni e dai partiti nostri partner in Europa che il Popolo della libertà prenda una posizione chiara, decisa e netta nella direzione della tutela dei diritti individuali e di coppia delle persone omoaffettive. Ciò risulta una volta di più urgente, in particolare dopo la pessima figura rimediata nel pantano parlamentare da entrambi gli schieramenti, con il Pd che, in particolare, venendo meno all'accordo di riportare in commissione la proposta Concia contro l'omofobia, ha fatto sì che si arrivasse a un suicida muro contro muro che gli omosessuali di tutte le appartenenze politiche hanno percepito come un gioco al massacro sulla loro pelle.
Bene ha fatto, in questo senso, il ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, reduce da un recentissimo e cordiale incontro con i principali rappresentanti del mondo gay e trans, a prendere immediatamente sulle proprie spalle quelle vite ferite da un'omofobia proditoriamente e ruvidamente penetrata fin nelle aule del Parlamento. Eminenti rappresentanti della Camera dei deputati, dal Udc Volontè al tradizionalista pidiellino, Renato Farina, hanno vergato articoli lontani da ogni idea di informazione corretta, lontani anzitutto da un pronunciamento scientifico, quello dell'Organizzazione mondiale della sanità, che il 17 maggio del 1990 derubricava definitivamente l'omosessualità dalla Usta delle malattie mentali e, compiutamente, si cominciava a parlare di «orientamento sessuale», locuzione che si ritrova nel diritto degli Stati Uniti e in quelli di moltissime nazioni dell'Unione europea. Di più: parla di «tendenze sessuali», un sinonimo della parola orientamento, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea all'articolo 21, dedicato specificamente alla non Discriminazione. Niente da fare, ai neoconservatori del Pd e ai conservatori dell'Udc non basta.
Alla vigilia di un voto che si è svolto in un clima da caccia alle streghe, dove le streghe erano però gli omosessuali, appellati pubblicamente, persino di fronte alle telecamere, corsie «congrega di sodomiti» o «pubblici deretani», per non dire dell'odiosa e voluta confusione sulla quale artatamente gli stessi personaggi continuano a insistere, puntando sempre dritto alla pancia dell'opinione pubblica meno istruita. Per questi conservatori dell'ignoranza, infatti, omosessualità, pedofilia e ^incesto, non sono poi così dissimili.
A tal proposito proprio il deputato Pdl Renato Farina, editorialista del Giornale, alla vigilia del voto sulla proposta di legge antiomofobia, sul suo quotidiano si chiedeva candido: «L'aggravante vale anche per chi ha orientamento di tipo pedofilo? In fondo è un orientamento sessuale». Per poi aggiungere, in chiusura di pezzo: «A lume di buon senso, quanto al danno sociale, siamo sicuri che sia più grave uccidere un omosessuale single che un padre di famiglia?».
Una trovata che, indubbiamente, in caso di sovrappopolazione, potrebbe interessare, chessò, il presidente iraniano Ahmadinejad. Fuor d'ironia, è evidente che lo scontro è frontale e trasversale. Anche perché, come è noto, proprio nel Pd, partito d'appartenenza di Anna Paola Concia, prima firmataria del testo antiomofobia, convivono quest'ultima, unica parlamentare gay dichiarata, e il medico integralista cattolico, Paola Binetti. Paola Concia all'indomani della bocciatura del suo testo ha sintetizzato l'impossibile convivenza in un tuttora irrisolto aut aut: o me o lei.
Nel Pdl, invece, che libidinosamente, per i titoli e i lettori di Repubblica è passato come un fronte unitario di infarinati omofobi, è tempo che i numerosi libertari che hanno convintamente preso parte al progetto politico unitario di centrodestra, contribuiscano ad aprire un confronto divenuto urgente non sul riduttivo e a tratti insignificante tema dell'omofobia, ma su quello più ampio dei diritti civili a 360 gradi. Lo facciano a fianco a realtà di base nuove ma non poco feconde come le associazioni GayLib e Libertiamo, la fondazione FareFuturo, oltre alle componenti laiche quali sono i socialisti e i liberali doc, senza contare rinfinita costellazione di blogger sui quali proprio il Pdl ha fondato numerosi successi.
Anche le donne, assieme agli omosessuali, se ne gioverebbero non poco. L'Unione europea, probabilmente, cesserebbe di fare multe all'Italia, pagate ovviamente con i soldi della collettività. È bene ricordare, infatti, che la prima risoluzione del Parlamento europeo sulle pari opportunità delle persone omosessuali risale al 3 febbraio 1994, mentre, proprio tornando sul tema dell'omofobia, sempre l'Unione europea, alla fine del 2000 emetteva una direttiva che interveniva proprio a tutela di chi è a rìschio discriminazione in ambito lavorativo. È interessante sapere che l'Italia ha violato, proprio nei confronti dei cittadini gay, i veri fantasmi sociali del Belpaese, persino questa risoluzione e perciò, nel dicembre 2007, è stata richiamata all'osservanza.
In due anni la situazione in Italia, come è noto, è tutt'altro che migliorata. Anzi. Forse per la maggiore consapevolezza e il minor timore a denunciare da parte degli stessi gay o forse per una recrudescenza di violenza contro le diversità, i casi di persone picchiate o addirittura accoltellate per la loro condizione, sono aumentati vertiginosamente. Segnali evidenti della necessità di una legge, esigenza ravvisata anche dall'Onu, nella persona dell'Alto commissario per i diritti umani, Navi Pillay, che pochi giorni orsono dichiarava: «Affossare la legge contro l'omofobia è stato un passo indietro per l'Italia. Per loro è necessaria una piena protezione. L'omosessualità e gli omosessuali vengono criminalizzati in alcuni Paesi», ha detto ancora il commissario Onu. «I gruppi minoritari, e tra loro gli omosessuali proseguiva Pillay sono soggetti non solo a violenza, ma a discrirninazioni in diversi aspetti della loro vita».
Il Pdl, dunque, aprendo un confronto serio sul tema dei diritti civili dovrebbe infine ripensare a Indro Montanelli, l'anarcolibertario e maestro di pensiero per diverse generazioni della destra nostrana, n Cilindro del giornalismo italiano, arcinoto per i suoi ficcanti e quotidiani trafiletti controcorrente, rivelava chiaramente la sua natura che è quella di chi ama «stare con le minoranze, a prescindere dai motivi. Perché le minoranze hanno sempre delle ragioni da far valere contro le maggioranze che, a lasciarle fare, diventano sempre oppressive». Due righe e mezzo per spiegare, ai suoi contemporanei, il vero segreto della parola democrazia. Era il 1977. Sembra oggi.
Daniele Priori
Fonte > Il secolo d'Italia | 21 ottobre