Boom della spesa pubblica in Italia
CGIA Mestre
20 Ottobre 2011
Il direttore Blondet segnala il presente studio dell’ottima Confederazione artigiani di Mestre. In esso, come scrive Blondet è individuato «Dov’è il grasso che cola» (La redazione)
Boom della spesa pubblica in Italia
Tra il 2000 ed il 2010, la spesa pubblica italiana, al netto degli interessi sul debito, è aumentata di 141,7 miliardi di euro (1), pari al +24,4%. L’anno scorso la spesa ha raggiunto quota 723,3 miliardi di euro: in rapporto al PIL, sempre nel 2010, le uscite pubbliche dello Stato hanno raggiunto il 46,7%, 6,8 punti in più rispetto a 10 anni prima. Sempre nel 2010, lo Stato ha speso 11.931 euro per ciascun cittadino italiano: 1.875 euro in più rispetto a quanto spendeva nel 2000.
Le spese correnti (per quasi 2/3 riconducibili ai stipendi dei dipendenti del pubblico impiego e alle prestazioni sociali) costituiscono il 93,2% del totale della spesa pubblica. La CGIA, che ha elaborato questi dati, segnala che i redditi dei dipendenti del pubblico impiego, nonostante in questi ultimi 10 anni lo stock dei lavoratori sia decisamente diminuito, sono aumentati del +12,9%. I consumi intermedi (manutenzioni, affitti, energia elettrica, acqua, gas, materiale di consumo, etc.) hanno subito un incremento del +24,9%, gli acquisti di beni e di servizi da destinare ai privati (medicinali, apparecchiature sanitarie, etc.) sono lievitati del +34,6%, mentre le prestazioni sociali hanno registrato una crescita del +24,6%.
«Il trend di crescita registrato dalle uscite pubbliche nell’ultimo decennio – commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre – dimostra che è necessario invertire le politiche di bilancio sin qui realizzate. Non è più possibile agire prevalentemente sul fronte delle nuove entrate per riportare in ordine i nostri conti pubblici. Bisogna, invece, intervenire sulla spesa pubblica improduttiva. In questi giorni sentiamo echeggiare, dopo che i cittadini hanno subìto in questi ultimi mesi una raffica di nuove tasse ed imposte, la possibile introduzione di una patrimoniale o, come ha suggerito la Banca d’Italia, il ripristino dell’ICI sulla prima casa. Se ciò si verificasse, darebbe luogo ad un ulteriore aumento del carico fiscale che deprimerebbe ancor più la capacità di spesa delle famiglie italiane che già oggi si trovano in una situazione di estrema difficoltà».
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Fonte > CGIA Mestre
1) L’importo riferito al 2000 è stato rivalutato al 2010.