GERUSALEMME - Accolto dal picchetto d'onore schierato
sotto gli arazzi di Marc Chagall, il premier Silvio Berlusconi è
arrivato alla Knesset, il parlamento israeliano, dove ha tenuto un
discorso solenne. Un onore che prima d'ora non aveva avuto nessun
presidente del Consiglio italiano. Il premier è stato
accolto dal presidente Reuven Rivlin ed ha scritto una dedica sul libro
delle presenze. "Sono onorato, il mio paese - recita il testo - è
onorato di essere qui e di parlare in
questo parlamento che è il simbolo stesso della democrazia".
Netanyahu: ha conquistato il nostro cuore "Un leader coraggioso, che ha
l’appoggio del popolo ebraico". Così il premier israeliano Netanyahu ha
definito Berlusconi presentandolo davanti alla Knesset,
dove interverrà tra poco. "Hai conquistato il cuore del nostro popolo - ha continuato
Netanyahu - ti stimiamo, ti abbracciamo, ti vogliamo bene, benvenuto a Gerusalemme".
Il ricordo di mamma Rosa Il premier israeliano ha
ricordato mamma Rosa e il premier, commosso, lo ha ringraziato.
Netanyahu ha infatti ricordato quando la madre del Cavaliere, scomparsa
circa due
anni fa, salvò la vita di una donna ebrea. "Per concludere - ha
raccontato il premier israeliano - voglio condividere con te e con
membri del Parlamento una storia particolare, la storia di una signora
italiana che
durante la Seconda guerra mondiale in treno, mentre andava al lavoro,
ha visto un
poliziotto tedesco che ha fermato e arrestato una ragazza ebrea. La
signora italiana,
che era incinta di otto mesi, si è messa tra il poliziotto tedesco e la
ragazza ebrea e gli
ha detto mi puoi ammazzare, ma guarda i visi delle persone che
viaggiano sul treno e
io ti prometto che non ti lasceranno uscire di qui vivò. Questa signora
coraggiosa si
chiamava Rosa e uno dei suoi figli si chiama Silvio Berlusconi".
Il presidente del Consiglio ha voluto ringraziare, commosso, Netanyahu
e nel suo
intervento ha sottolineato: "Mia madre esprime il sentimento di tutte
le donne italiane.
Credo che l’emozione che coglie me in questo momento, sarà la stessa
che coglie le
donne italiane che stanno ascoltando questo intervento in diretta".
Berlusconi: grande onore per l'Italia "È per me un grande onore, è un grande onore per l’Italia, parlare in questa
nobile assemblea che è il simbolo stesso dei valori democratici su cui si fonda il vostro
Paese". Queste le prime parole di Berlusconi nel suo discorso alla Knesset. "Questo parlamento rappresenta la più
straordinaria vicenda del Novecento. Questo parlamento testimonia la nascita nel 1948
di uno Stato Ebraico, libero e democratico che raccolse finalmente, dopo l'orrenda
esperienza della Shoah, cittadini del mondo che parlavano tutte le lingue e che
accorsero da ogni angolo del mondo. Voi rappresentate ideali che sono universali, siete
il più grande esempio di democrazia e di libertà nel Medio Oriente, un esempio che ha
radici profonde nella Bibbia e nell’ideale sionista".
Il vostro diritto di esistere "Oggi la sicurezza di
Israele nei suoi confini e il suo diritto di esistere come Stato
ebraico sono per noi una scelta etica e un imperativo morale contro
ogni ritorno
dell’antisemitismo e del negazionismo e contro la perdita di memoria
dell’Occidente. La nostra amicizia per Israele è franca, aperta e
reciproca, non è solo vicinanza
verbale, non è solo diplomazia, è un moto dell’anima e viene dal
cuore".
Due Stati, due popoli L’azione italiana in Medio
Oriente "è stata sempre indirizzata verso la
soluzione che prevede due Stati, quello ebraico di Israele e quello
palestinese, che
vivano in pace e in sicurezza l’uno accanto all’altro". "Oggi - ha
sottolineato Berlusconi - questa soluzione, due Stati, due popoli,
appare
condivisa, oltre che da voi e dalla leadership palestinese, anche
dall’Unione Europea,
dagli Stati Uniti e dai più importanti partner del mondo arabo. E devo
dare atto al primo
ministro Netanyahu - ha detto ancora ancora il premier - del coraggio
con cui ha deciso
di seguire, spiegandone le ragioni al suo popolo, tale strada".
Sfida terrorismo riguarda tutti noi Dopo l’11
settembre "noi italiani siamo stati consapevoli fin dal primo momento
che la sfida del
terrorismo era rivolta non soltanto contro gli Stati Uniti e contro
Israele, ma contro tutti i
Paesi democratici dell’Occidente e contro gli stessi Paesi arabi
moderati". "Da allora - ha proseguito il premier - abbiamo fatto la
nostra parte, dall’Irak
all’Afganistan, dalla Bosnia al Libano, per combattere il terrorismo e
favorire la pace. Con i nostri soldati e le nostre missioni di pace,
abbiamo contribuito a rendere il
mondo più sicuro e più giusto, pagando un alto tributo di vite umane".
Abu Mazen torni al negoziato L’Italia spera che in
Medio Oriente ci sia "una svolta" che consenta di mettere da parte "per
sempre la cultura della violenza, che induca il popolo palestinese a
guardare con
fiducia al suo futuro e al rapporto con lo Stato ebraico come a
un’opportunità per il
proprio sviluppo e non come a un impedimento da superare". Il premier
italiano ha dunque rivolto un appello al leader dell’Anp, Abu Mazen,
che vedrà più
tardi. "Oggi - ha detto - mi rivolgerò, con un appello che viene dal
cuore, al presidente
Abbas affinché torni al tavolo del negoziato e consegni alla storia un
accordo per la
pace e lo sviluppo economico del suo popolo, della sua terra, dando
vita così a quello
Stato Palestinese che la comunità internazionale attende".
Ma Berlusconi si rivolge anche al "caro amico primo ministro Netanyahu,
per
chiedergli di confermare, con coraggio, le sue proposte e le sue
offerte per far ripartire
il dialogo, tenendo conto degli auspici e degli incoraggiamenti dei
paesi amici di
Israele, come l’Italia, o gli Stati Uniti, e di tutti i partner
europei. Noi preghiamo e
pregheremo affinché questa speranza possa realizzarsi".
Giusta riposta su Gaza "Sono fiero di ricordare in questa solenne occasione che l’Italia seppe
reagire con un grande Israel Day di solidarietà e di amore quando le bombe umane
seminavano morte ad Haifa, a Tel Aviv, a Gerusalemme sui vostri autobus, nei vostri
luoghi di ritrovo, nelle vostre feste nuziali, nelle vostre cerimonie religiose".
"Il nostro paese aggiunge il presidente del Consiglio - si oppose al rapporto Goldstone
dell’Onu perché Israele dispiegò una giusta reazione ai missili di Hamas da Gaza".
Fonte > Il Giornale
| 3 febbraio