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Berlusconi e Gheddafi
EFFEDIEFFE.com
22 Febbraio 2011
Il patetico, ormai maniacale nel suo antiberlusconismo, Di Pietro/Mercedes attacca Berlusconi per i suoi rapporti con Gheddafi.
Su TMNews dichiara: Libia Berlusconi è andato a nozze col regime di Gheddafi «Come lui si è arricchito alle spalle del suo Paese»
« ‘Al di là di quanto potrà riferire il governo, c’è un dato di fatto ed è che Berlusconi con il regime libico ci è andato a nozze’. Lo ha detto il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, parlando con i giornalisti a Montecitorio. ‘Ci ha fatto affari privati, da imprenditore e da premier, e addirittura - ha aggiunto - ha svenduto la dignità del nostro Paese accogliendo quel rais come se fosse un salvatore della patria quando invece è un poco di buono perchè Gheddafi si è arricchito alle spalle del suo popolo e del suo Paese. Insomma un po’ come fa il nostro premier».
Così Liberazione di oggi, 22 febbraio, descrive i rapporti tra Gheddafi e Berlusconi:
«… regolati i conti, il Colonnello diventa, accolto con tutti gli onori, ospite e amico dei leader occidentali, da Tony Blair, a Silvio Berlusconi, che nel 2008 firma un trattato d’amicizia con la Libia. L’amicizia personale porterà poi il Colonnello a iniziare il Cavaliere al Bunga Bunga. Se il 75enne Silvio è avvezzo al lifting e ai trapianti, pare che il 68enne Muammar trovi beneficio nelle iniezioni di botulino».
Su La Repubblica e Il Corriere della Sera impazza un video dove Berlusconi bacia la mano a Gheddafi.
Bersani dichiara ad Adnkronos: Sulla Libia, «il Governo Berlusconi tace perchè non può parlare, si è compromesso in un modo incredibile stracciando anche la nostra dignità… Vogliamo ricordare una scena, non tanto tempo fa, in una caserma dei Carabinieri con Gheddafi che ci dettava il compito? A questo ha portato il ‘ghe pensi mi’ che, trasferito in politica estera, è il rapporto personalistico con dittatori e persone autoritarie... Domani (oggi, 22 febbraio, ndr) faremo un sit in al Pantheon a Roma e diremo la nostra».
Il sinistra/centro, quando era al governo, non si rapportava con Gheddafi?
Da Repubblica del 23 novembre 2006:
«Al centro dei colloqui il traffico di esseri umani e i risarcimenti coloniali Accordo sul progetto Frontex per il pattugliamento misto delle coste D’Alema e Amato da Gheddafi Passi avanti sull’immigrazione
Il Viminale: dall’inizio dell’anno su 20 mila sbarchi in Italia 8 mila riguardano persone giunte dal Marocco e passate proprio attraverso la Libia
Tripoli Faccia a faccia di Giuliano Amato e Massimo D’Alema con il leader libico Moammar Gheddafi. Prima il ministro dell’Interno e poi quello degli Esteri sono stati ricevuti dal colonnello nella sua residenza a Bab Al Aziza, il complesso superblindato alla periferia di Tripoli. Gheddafi, avvolto nella tradizionale tunica color amaranto, ha accolto i due esponenti italiani in modo piuttosto informale, come vecchi amici, alla fine del summit euro-africano sulle migrazioni che si è concluso oggi a Tripoli. Un ‘ottimo incontro’, una ‘testimonianza del ruolo che la Libia riconosce all’Italia nello stesso concerto dell’UE’, ha detto Amato al termine dell’incontro durato circa mezz’ora. Il colonnello Gheddafi si è detto ‘assolutamente d’accordo’ sul progetto Frontex, ovvero il pattugliamento misto delle coste, ha assicurato il titolare del Viminale.
Amato ha spiegato che Gheddafi pone due condizioni: che parta contestualmente al controllo del deserto a carico dell’UE e che venga affidato a Malta e all’Italia con la collaborazione della Libia. Il ministro ha quindi fornito un dato emblematico: dall’inizio dell'anno su 20 mila sbarchi in Italia 8 mila riguardano persone giunte dal Marocco e passate proprio attraverso la Libia. ‘Credo che si possa dire che la situazione si è avviata positivamente. Ora ci sarà un negoziato specifico tra Italia e Libia e tutti i particolari saranno resi al momento opportuno’, ha commentato soddisfatto il ministro degli Esteri. Durante l’incontro con D’Alema, accanto alle questioni di politica internazionale, sono state gettate le basi per trovare un’intesa per superare il contenzioso sui risarcimenti coloniali tra Roma e Tripoli e rilanciare i rapporti tra i due Paesi.
Il numero uno della Farnesina ha detto che la Libia del colonnello Gheddafi è ‘fortemente impegnata’ nella battaglia contro il fondamentalismo islamico. ‘Abbiamo parlato della necessità di una forte cooperazione tra Europa, Italia, Stati Uniti e di tutta la comunità internazionale e il mondo arabo per fermare il pericolo fondamentalista dove si manifesta, compresi i Paesi africani dove in questo momento l’islamismo sta guadagnando proseliti’».
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