Un giornale svizzero
Bombe sofisticate al posto di coltelli e machete. Manuali per la fabbricazione di esplosivi redatti in inglese, non in arabo. E uno strano sito, “scoperto” da un colonnello israeliano. Urge porsi la solita domanda: cui prodest?
Iraq, Nigeria, Svezia, Egitto. E attentati. Mancati, come a Stoccolma, riusciti, come l’ultimo che ha macchiato Alessandria d’Egitto.
Possibile che siano stati effettivamente i musulmani, non solo a perpetrarli, ma anche pianificarli. Possibile, però, che sia stato qualcun altro.
Gli attentati che hanno preso di mira le chiese cristiane in Iraq, Nigeria ed Egitto sono stati compiuti, nonostante i Paesi non siano propriamente vicini, a distanze temporali un po’ troppo ravvicinate, e con un numero di morti singolarmente elevato, per pensare che siano bande di fanatici ad averli messi a punto.
Inoltre, nella città di Jos, in Nigeria, gli osservatori internazionali hanno fatto presente che, contrariamente ad altri attacchi perpetrati in passato di matrice islamica, questa volta i terroristi non hanno usato bastoni, coltelli o machete, ma esplosivo sofisticato.
Quindi, hanno osservato gli esperti, dietro ci deve essere una mano esperta, alla quale, ormai più per convenzione che per convinzione, si dà il nome di Al Qaeda.
Persino il premier egiziano, Hosni Mubarak, lontano anni luce dalle posizioni degli integralisti, dopo la rivendicazione dell’attentato alla chiesa copta Al Qidissin ha dichiarato che “l’azione reca i segni di una mano straniera che vuol trasformare l’Egitto in un altro scenario di terrorismo come altrove nella regione”. Parole sicuramente forti per un amico degli americani.
I più hanno pensato che Mubarak si sia riferito ad Al Qaeda. Che toh, proprio pochi giorni prima dell’attentato in Egitto, avrebbe pubblicato – ovviamente in internet, come si vede nei film hollywoodiani- un manuale per la fabbricazione di esplosivi. In inglese. Non in arabo.
E dove è apparso il manuale? Ma su un sito scoperto casualmente dal Middle East Media Research Institute.
E cos’è il Middle East Media Research Institute? È un centro informativo fondato dal colonnello israeliano Ygal Carmon e dall’americano Meyrav Wurmser.
Veniamo alle conclusioni.
A chi giovano tutti questi attentati contro i cristiani?
Certo non ai musulmani.
Molti, tra gli osservatori che non possono mai rilasciare dichiarazioni ufficiali, ma solo ufficiose, hanno fatto sapere che le stragi, riuscite o mancate, contro i cristiani sono molto utili per rompere il fronte che, in queste settimane, all’ONU, si sta concretizzando per sanzionare il regime di Tel Aviv e riconoscere uno Stato palestinese sovrano ed indipendente.
Del resto, Israele è nato a suon di bombe, e ora che si vede messo alle strette (quasi tutti i Paesi sudamericani hanno già riconosciuto lo Stato palestinese, anche se non è stato ancora proclamato, e lo stesso stanno facendo un paio di Paesi scandinavi) potrebbe continuare con la strategia della tensione. Di cui è un insuperabile maestro.
Fonte > Il Mattino