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A chi obbedisce Medvedev
EIR Strategic Alert
02 Marzo 2010
Una notizia illuminante tratta da EIR Strategic Alert, numero 9
Lo stesso gruppo in Russia che, negli anni Novanta, devastò l’economia nazionale col monetarismo radicale di stampo londinese sta tentando ora di assumere il controllo della politica economica di «modernizzazione e innovazione» del presidente Dmitri Medvedev.
La figura centrale del gruppo è Anatoli Chubais che, in qualità di uno dei cosiddetti «giovani riformatori» durante la presidenza Eltsin negli anni Novanta, lanciò la prima privatizzazione e svendita dell’industria russa. Espulso dal governo dopo la debacle finanziaria del 1998, Chubais si è dato una nuova immagine di sostenitore dell’«impero liberale» (utilizzando lo slogan dei suoi stessi scritti), di manager aziendale capace (che sovrintende alla svendita dell’ente elettrico nazionale in Russia) e il punto di riferimento per le presunte nuove tecnologie, con enfasi sulla scoperta di lucrative nicchie di mercato per i prodotti russi.
Riferendo al premier Vladimir Putin il 2 febbraio sulle operazioni della Rosnano, la corporation nazionale di nanotecnologia che ora presiede, Chubais ha sviolinato così tanto su «interi settori che non esistevano prima, e ora nascono sotto i suoi occhi», come la produzione di accumulatori per l’energia solare, che Putin gli ha consigliato di concentrarsi di più «sulla nostra economia e le nostre esigenze attuali» e «su aree molto importanti come i nuovi materiali e la microelettronica».
Con Chubais collaborano membri della cricca originaria della società Mont Pelerin che assunse il controllo del governo russo alla fine del 1991, quali Vladimir Mau, ex braccio destro del defunto Igor Gaidar, oggi rettore dell’Accademia di Economia Nazionale del governo russo.
Numerosi funzionari ad alto livello nel governo prendono ordini da Chubais, tra i quali Alexei Kudrin, vicepremier e ministro delle Finanze, definito «subprime minister» da LaRouche per le sue frequenti consultazioni nella City di Londra e gli appelli alla creazione di strutture «globali alla Maastricht» contro la elargizione di credito pubblico.
Quando si parla di informatica ed altre aree, tuttavia, la cricca di Chubais introduce livelli psichedelici di follia, esaltando le tendenze politiche fallite in occidente dopo il 1968, e impedendo così ogni prospettiva di una genuina modernizzazione industriale.
Nell’ultimo mese gli assistenti del Cremlino Sergei Naryshkin e Vladislav Surkov, sotto l’influsso del gruppo di Chubais, hanno inneggiato alla creazione «di una Silicon Valley russa» come se non sapessero che fine ha fatto quel distretto californiano, dopo il crac dei dot.com e la deflazione immobiliare: una zona in cui si può guidare per ore imbattendosi soltanto in edifici vuoti, o lussuose ville pignorate tipo «McMansions», ed ex programmatori di computer ormai senza tetto, alcuni dei quali trasformati in barboni.
Surkov sostiene che la Russia ha bisogno di piccole imprese innovative come quelle intorno alla Stanford University ed al Massachusetts Institute of Technology. La Rosnano di Chubais dovrebbe fungere da curatrice del progetto.
Fonte > EIR Strategic Alert
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