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"Iran, Israele pensa anche all'atomica" I timori di Berlusconi confessati a Gates
Repubblica
12 Dicembre 2010
BERLINO - Israele potrebbe lanciare un attacco preventivo contro l'Iran, anche con armi nucleari, e se lo stato ebraico si sente minacciato nessuno può fermarlo, neanche il presidente Usa Barack Obama: è questa l'analisi fatta dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il suo incontro con il segretario della Difesa americano Robert Gates il 6 febbraio scorso a Roma. A riferirlo, in un 'cable' inviato a Washington, è stata la stessa ambasciata americana a Roma, secondo quanto riporta il settimanale tedesco Der Spiegel.
Secondo quanto emerge dal documento riservato diffuso da WikiLeaks e pubblicato oggi dal settimanale tedesco, la dichiarazione di Berlusconi sarebbe avvenuta nel corso di un colloquio del 6 febbraio con il ministro della Difesa americano Robert Gates. Dopo aver ribadito che l'Italia intende essere "il migliore amico degli Stati Uniti", il premier non avrebbe fatto mistero del fatto che a suo avviso l'Iran stia lavorando per ottenere l'arma atomica, basandosi sulla "promessa di Ahmadinejad di cancellare lo Stato di Israele". La sua preoccupazione è quella di un possibile attacco preventivo da parte del governo di Benyamin Netanyahu.
Il documento. Il premier italiano, ha sottolineato l'ambasciata, "specula che Tel Aviv potrebbe attaccare, forse perfino con armi nucleari". Poi l'autore del documento cita il presidente del Consiglio: "Nessuno, incluso il presidente Obama, può fermare Israele se (il Paese) sente che la propria esistenza è minacciata". Da parte sua, Gates ha raccontato a Berlusconi di una missione aerea israeliana, nel giugno 2008, in cui aerei militari sono arrivati fino alla Grecia, percorrendo 842 km, e ha commentato che la distanza tra le basi aeree israeliane e il reattore nucleare iraniano è di 840 km. Lo Spiegel osserva che probabilmente l'ambasciata ha fatto confusione tra km e miglia, ma nel documento non è sfuggita la reazione del premier: "Berlusconi ha capito".
L'occhio degli Usa sull'Iran. Secondo WikiLeaks gli Usa raccolgono dati e informazioni sull'Iran con una rete di informatori nei Paesi vicini. In particolare, scrive El Pais, Washingon ha raccolto informazioni sulle manifestazioni anti-regime, scoppiate dopo la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad, da un ufficio regionale sull'Iran nel consolato a Dubai, sul modello di quello installato all'ambasciata a Riga negli anni '20 del secolo scorso per osservare l'Unione Sovietica.
Avvenire, in declino la sovranità Stati. Il caso WikiLeaks dimostra "in maniera eclatante" come "i processi di globalizzazione, che non attengono solo alla politica, da tempo ormai stanno riducendo, giorno dopo giorno, la sovranità dello Stato, e stanno provocando il declino di questa forma di organizzazione della società politica". E' quanto si legge in un editoriale di Avvenire, dal titolo "Nuove sovranità e tirannide planetaria". E "se di fronte alle tradizionali espressioni della sovranità ci si è attrezzati per difendere l'uomo - le costituzioni, i diritti inviolabili, gli strumenti di democrazia - dinnanzi al potere della rete siamo tutti indifesi", continua il quotidiano.
Fonte > Repubblica.it
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