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La rete euro-pedofila mostra la coda. In Turchia...
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Un giorno del 1995, un ragazzino turco di 12 anni si presenta alla polizia e dice di essere scappato da uno yacht di lusso, ancorato al porto turistico, in cui alcuni europei stanno violentando dei ragazzi. La polizia interviene e sorprende gli europei in piena attività sessuale, insieme a ragazzini; scopre anche migliaia di CD pedo-pornografici evidentemente prodotti dai «turisti». Uno degli arrestati è Joris Demmink: il Segretario Generale del Ministro della Giustizia olandese. Si apprende anche che i bambini glieli forniva un funzionario di polizia turco di nome Mehmet Korkmaz, addetto alla sicurezza di Demmink durante le sue «vacanze».

I servizi turchi offrono al Governo olandese uno scambio: il rilascio del pedofilo e il silenzio, in cambio di un favore. Il favore consiste nell’arresto di un pericoloso oppositore Curdo, che è anche un grosso mercante di droga (con cui finanzia la resistenza curda), Hussein Baybasin. L’accordo sarebbe stato stipulato direttamente fra il Primo Ministro turco e la ministra della giustizia olandese, Winnie Sorgdrager.

Hussein Baybasin
  Hussein Baybasin
Detto fatto: Baybasin, che opera di norma a Londra impunito, incautamente arriva nei Paesi Bassi ed è arrestato. Demmink in persona si occupa che l’imputato sia tenuto in isolamento, che non possa vedere i parenti. Baybasin si becca una condanna a vita dalla giustizia olandese. I turchi fanno ulteriori pressioni per farsi consegnare Baybasin: il Ministro olandese della giustizia (chiamiamola così) acconsente, ma il tentativo viene bloccato dalla Corte suprema, che rifiuta l’estradizione dato che in Turchia, per Baybasin, vige la pena di morte. Non è politicamente corretto consegnarlo.



Demmink nega addirittura di essere mai stato in Turchia. Le autorità turche di frontiera stanno al gioco: non c’è traccia di passaggi dell’importante turista europeo. Alcuni giornali Turchi (non certo i giornali europei, che massicciamente tacciono sullo scandalo) scavano sul caso, e nell’aprile 2013 esibiscono l’originale del rapporto della dogane turche dimostrante che Demmink era entrato nel Paese nel giugno 1996. È un anno prima dell’evento scandaloso, ma dimostra quanto meno che Demmink mente. E quel suo arrivo in Turchia nel ’96 era giustificato ufficialmente dal fatto che, come segretario agli affari internazionali del Ministero olandese, faceva parte del Comitato europeo per la questione curda in Turchia... Scoprono anche che Demmink usava tre pseudonimi per i suoi viaggetti turchi. E che agenti doganali ricordano che Demmink era stato in Turchia nel 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002 e 2003.

  
Qualche giornale olandese riporta che Demmink ha viaggiato moltissimo per soddisfare il suo – diciamo – hobby; le sue tracce sono rimaste in diversi hauts-lieux della pederastia, fra cui il Pinocchio, bar di Praga in cui, negli anni ’90, si dava convegno la pedofilia d’alto bordo nord-europea e britannica. (Oud-directeur Bijlmerbajes veegt vloer aan met Joris Demmink)

In Turchia, una delle vittime che ha cercato di querelare Demmink è stata minacciata direttamente dal capo dei servizi segreti, Emin Arslan, che (a suo dire) l’ha pure violentato (ma allora è un vizio!, ndr). Arslan è quello che ha a lungo lavorato con Demmink per organizzare il colpo contro il kurdo Baybasin. Qui sotto, parti dell’intervista della vittima: (The story of Mustafa with some excerpts from his video interview)

Un giornalista investigativo olandese, Micha Kat, è stato arrestato nel 2012 appena atterrato all’aeroporto di Skiphol (Amsterdam): a suo dire perché ha rivelato qualcosa dello scandaloso comportamento di Demmink e degli altolocati che lo coprono così efficacemente. Fra le cose che avrebbe scoperto Kat, c’è una succosa storia d’incesto che risale al bisnonno della regina Beatrice d’Olanda... ma non divaghiamo. Nel processo a Kat, si parla della testimonianza di una delle vittime del Demmink, che afferma di essere stata presenta alla realizzazione di uno snuff movie a Praga, dove un ragazzino sarebbe morto dopo essere stato sodomizzato con un vibratore. (Dutch pedophile exposer to stand trial, high-ranking pedophile still walking free)

Non si può dire che la cosa suoni nuovissima in Olanda. Nel 1998, magistrati d’accusa di Amsterdam hanno avviato indagini sul cosiddetto «caso Rolodex»: si trattava di una banda di personaggi molto importanti coinvolti in una rete di violenze sessuali a minori. Coinvolti, un ex Ministro, il consigliere personale della regina Beatrice, due alti magistrati penali. La polizia stava per arrestarli tutti e perquisire le loro (intoccabili) abitazioni, quando tutta l’inchiesta fu bloccata e insabbiata. Emerse in seguito che a liquidare l’indagine era stato un certo Segretario Generale della Giustizia di nome – avete indovinato – Joris Demmink. Si scoprì anche che Demmink aveva giocato uno strano ruolo nell’inchiesta: aveva soffiato informazioni sulla banda di pederasti (di cui palesemente faceva parte) e che aveva alla fine salvato stroncando l’inchiesta. Un evidente ricatto agli «amici» e complici dell’euro-finocchieria: coprite me, altrimenti scopro voi.



Un quattordicenne olandese, che all’epoca aveva 14 anni, ha deposto al Comitato Helsinki su come, scappato di casa col treno, ad Amsterdam s’è trovato in un giro di bordelli pedofili, costretto a girare video osceni e partecipare ad orge. Alla stazione centrale era stato avvicinato da un uomo gentile che gli aveva offerto un posto dove dormire la notte: al mattino dopo s’era trovato completamente nudo e circondato da foto che lo ritraevano in atti osceni: «Lo dico ai tuoi se...» l’aveva minacciato l’uomo gentile. (Testimony: Survivor of child trafficking in Amsterdam, Netherlands)

I ragazzini venivano drogati ed ubriacati per allentare i loro freni inibitori; spesso venivano «affittati» per feste private; ed anche il giovane ha parlato di snuff movies, che si concludono con l’uccisione della vittima dello stupro. Il testimone ha detto di aver lavorato al FestivalBar, un bordello olandese specializzato (in bambini) frequentato, specie negli anni ’80, da potenti personaggi inglesi (alcuni si sono stabiliti nei Paesi Bassi perché le leggi erano più benevole verso il loro vizietto...) : oltre che da Demmink, il FestivalBar risulta frequentato da Frits Salomonson (J?) che è stato avvocato personale della regina Beatrice fino al 1996, nonché amante del principe Claus (il marito di Beatrice).

Si tratta, ovviamente, di atroci calunnie. Perché, lo ricordiamo en passant, la regina Beatrice è la patronessa del Bilderberg Club. Ogni anno ne inaugura le riunioni segrete, dando ai congressisti l’augusto benvenuto. Dunque non è possibile che la augusta famiglia abbia qualcosa a che fare con quel mondo orribile, di cui Demmink fa parte.

Si tratta di atroci calunnie da cui, personalmente, ci dissociamo. Ma tant’è. La vittima ha testimoniato che al Bar c’era Geer Van Roon, un professore universitario che aveva la gentilezza di accogliere i ragazzini fuggitivi a casa (ce n’è qualche traccia nei rapporti di polizia) a presentarlo a Demmink: il quale avrebbe lasciato in attesa fuori la sua grossa autoblù ufficiale. Su questo i poliziotti volevano intervistare l’autista di Demmink nel 2004: disdetta, l’uomo s’è tolto la vita appena l’ha saputo. Certamente da tempo soffriva di depressione.

Il professor Van Roon conosceva molte persone altolocate in Belgio — dove l’affare pedofilo-infanticidico Dutroux ha per qualche tempo alzato il velo sulla rete pedofila eurocratica; velo subito ricaduto, molto più opaco di prima. Ma è stato sufficiente per indurre al ritiro a vita privata Jacques Delors, «padre fondatore» dell’Europa Unita quale la conosciamo (la nuova prigione dei popoli) e venerato maestro di tutta l’eurocrazia cooptata. (A closer look at child abuse networks in the Netherlands and Belgium)

Fra le persone che Van Roon ha conosciuto ce n’erano di meno altolocate: per esempio Lothar Glandorf, produttore di film pedo-porno, pregiudicato. (Lothar Glandorf)

L’inchiesta ha fatto capire che la bella compagnia di VIP influentissimi faceva frequenti viaggi di piacere nel Sud-Est Asiatico e nei Paesi dell’Est a procurarsi appunto i piaceri: Polonia, Romania... Ci sono intercettazioni telefoniche registrate in cui Demmink «ordina» dei bambini per il week-end. Benché la polizia olandese abbia ricevuto 40 denunce su altrettanti casi che coinvolgevano il personaggio in atti di perversione, il Governo olandese lo fa salire di grado, fino a farlo – nel 2002 – Primo Segretario del Ministero della (diciamo) Giustizia. Demmink resta al suo posto nonostante la marea montante di voci, e il suo Governo ce lo tiene: fino al 2012, quando il VIP si dimette. (911: Joris Demmink scandal)

Il fatto è che la Commissione Helsinki – che è una istituzione USA – ha cominciato a chiedere al Governo olandese come mai non aveva incriminato Demmink. (Probabilmente è anche così che gli americani controllano i nostri eurocrati). E si mettono anche a pubblicare le testimonianze giurate degli accusatori e delle vittime: (Testimony: Adèle van der Plas)


Viene esibita persino una lettera del Congresso USA che invita ufficialmente il Primo Ministro Erdogan a considerare «con urgenza» il caso: specificamente, che non è bene insabbiare il caso del pedofilo Demmink, dal momento che «numerosi» bambini turchi lo denunciano. Vale la pena di linkarla.

Se volete vedere il memorandum giudiziario su Demmink, cliccate qui.

Noi, s’intende, non vi abbiamo detto niente. Come i nostri valorosi media, manteniamo il silenzio ed anzi, tributiamo tutta la nostra simpatia per omosessuali e pedofili e i loro diritti conculcati da leggi discriminatorie, odiosamente oscurantiste – in una parola: cattoliche – per fortuna in via di smantellamento in tutta Europa.

Ci guarderemo quindi dal notare come sia vasta, elevata, potente ed efficace la Rete che ha protetto Demmink fino all’impossibile, e come sembri coincidere con alcuni Governi nella loro interezza. Governi del Benelux (Belgio-Olanda-Lussemburgo) dove hanno sede le grandi e venerate istituzioni dell’Unione Europea. E se la pedofilia (rituale o spontanea) fosse una delle condizioni e delle vie preferenziali per la cooptazione a quelle altissime cariche, che male c’è dopotutto? Non siate omofobi. Oscurantisti. Cattolici.

Nulla da dire sul fatto che quella cerchia sembri in qualche modo tangente al Bilderberg: non siate complottisti. Se lo siete, ci dissociamo da voi con tutta l’energia consentita dal nostro europeismo: questo Paese ha dato all’eurocrazia Altiero Spinelli, Padoa Schioppa, altri venerati che ora non riesco a ricordare, ma che senza condizioni adoro...

L’unica inquietudine che ci prende, come europeisti a tutto tondo, è la sensazione che questi VIP che ci comandano possano essere soggetti a ricatti da parte di Governi esteri, come la Turchia. Ovviamente è colpa di quei Governi esteri, che mantengono in vigore leggi oscurantiste che non riconoscono i diritti dei gay, anzi li criminalizzano; sicché i nostri venerati maestri sono costretti a patire, poi, la benevolenza di quei Governi, ricambiando con favori.

Per esempio: secondo un sito marocchino, Alif Post, «la giustizia marocchina chiude gli occhi sui crimini sessuali di Ministri francesi – ex ed attuali – che essi compiono su minori marocchini». Si allude specialmente ad un «ex Ministro francese che la polizia ha colto sul fatto mentre violava bambini a Marrakesh», passato indenne e di cui il nome continua a non essere rivelato. Perché quando «i responsabili francesi visitano il Marocco, sono coperti di gentilezze, dalla messa a disposizione di jet privati alle spese pagate in hotel di lusso in base alla diplomazia della Mamounia». (Qui a abusé sexuellement d'enfants marocains à Marrakech ? )

Gentilezze e silenzi che hanno sicuramente un prezzo, che il regno del Marocco non manca di riscuotere.




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