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La nuova Rivoluzione Americana. Sarà stroncata.
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Il Dipartimento per la Homeland Security si prepara: ha comprato 450 milioni di proiettili a punta cava molto potenti di grosso calibro (40 , pari a 10 mm) e altri 175 milioni di munizioni calibro .223 (5,56 mm), che è il calibro NATO. Ne dà notizia sul sito «Liberty Bell» Ron Holland, economista, attivista e blogger, che ricorda come il primo tipo di munizioni sia vietato nei conflitti fra nazioni fin dalla Convenzione dell’Aja del 1899, e «si può solo immaginare in quale situazione domestica questa potenza di fuoco può essere usata dalla Sicurezza Interna». La ditta fornitrice, ATK, vanta così le sue pallottole: offrono «optimum penetration for terminal performance» (Where Do We Go From Here in the Freedom Movement?).

Holland annuncia un seminario che si terrà l’11 luglio a Las Vegas, cui interverranno note personalità, sul tema: «Crisi in America, un appello all’Azione» (A Call for Action). «Sono tempi da paura, ed è per questo che abbiamo una sessione speciale d’emergenza». Ad organizzare l’incontro è il Freedom Movement, il gruppo del movimento libertario a cui si richiama anche Ron Paul.

Ron Paul (benchè abbia ottenuto lusinghieri risultati elettorali) s’è ritirato dalla corsa presidenziale, lasciando nella confusione i suoi militanti e ausiliari della campagna, ed è un altro indizio di qualcosa di grave. Lui motiva la sua rinuncia con ragioni finanziarie (plausibili); alcuni dei suoi più stretti collaboratori negano che abbia capitolato e danno un’altra ragione: Message from Ron Paul 5/14/2012.

Il 76enne politico sa che non è possibile affermarsi al di fuori del sistema dei due partiti, non si può sfidare oltre il partito di cui anche il suo movimento ha bisogno, ossia il Partito Repubblicano cui formalmente appartiene, e rientra nella casa-madre contando di influenzarlo dall’interno. Plausibile anche questo.

Ma c’è una misteriosa «colazione d’affari» a cui Ron Paul è stato invitato da Ben Bernanke, il capo della Federal Reserve, presso la Banca Centrale, pochi giorni prima dell’annuncio della rinuncia (il Wall Street Journal ha dato notizia dell’incontro il 9 maggio). Ron Paul è un noto nemico della FED, di cui chiede l’abolizione pura e semplice. Il tema dell’incontro è rimasto riservato (Fed Foe Ron Paul Breakfasts With Bernanke at Central Bank).

I siti che appoggiano il vecchio fanno ridde di ipotesi su pressioni e minacce che Ron Paul potrebbe aver ricevuto, onde mettere fine ad una campagna che stava diventando troppo efficace e pericolosa per un establishment esso stesso in piena crisi di sistema, fra il degrado dell’egemonia e il declino economico. Questo ha scelto, come sfidante di Obama, Mitt Romney; e Ron Paul tallonava il candidato prescelto troppo da vicino. A pericolo percepito come estremo, l’establishment non ha mai mancato di ricorrere a mezzi estremi. Abbastanza, in questo caso, dal dissuadere il vecchio parlamentare a rientrare nei ranghi.

Si aggiungano le ormai annose informazioni sull’allestimento di vasti campi di concentramento per la popolazione, di gigantesche scorte di alimenti conservati fatte dallo Stato federale, di migliaia di bare, di reparti delle forze armate in addestramento per essere usate contro la popolazione (ciò che è vietato dalla Costituzione); si profila qualche evento, che il già citato Holland spiega così: «Il governo federale si sta preparando per disordini civili senza precedenti, peggiori che in Grecia e Spagna, quando Washington sarà costretto ad imporre piani di 'austerità' l’anno prossimo, dopo le elezioni di novembre».

Da dicembre infatti scattano una serie di tagli automatici o forzati al bilancio federale, resi obbligatori per le norme sul «tetto all’indebitamento» (debt ceiling) approvate l’anno scorso.

Di questo momento fatale ha parlato il 24 aprile, davanti al Council on Foreign Relations (lo storico centro decisionale dell’establishment), Erskine Bowles, condirettore della Commissione per il Bilancio del presidente Obama. Bowles ha spiegato al selezionato pubblico che tutti i dollari di entrate fiscale sono andati nelle spese fisse (Medicare, Medicaid, Sicurezza Sociale) e nel ‘servizio del debito’, 250 miliardi di dollari; ma questa cifra già mostruosa può salire a fine anno a 600 miliardi per il solo rincaro degli interessi passivi dovuto al credit crunch mondiale, e «possiamo trovarci a spendere mille miliardi in soli interessi in un batter d’occhio».

Le entrate fiscali sono andate via per quello. Per tutte le altre spese della superpotenza – Pentagono, infrastrutture, ricerca, istruzione, sicurezza interna, e le due guerre in corso – si è ricorso a prestiti; metà dei quali, ha detto Bowles, li abbiamo ottenuti da Paesi stranieri. Siamo al punto, ha celiato, che se la Cina invadesse Taiwan e fossimo costretti al conflitto come ci obbliga il trattato d’alleanza, per farlo dovremmo chiedere un altro prestito ai cinesi. Risate nervose in aula (U.S. Perfecting Formula for Budget Failure, Says Bowles).

A dicembre, il bilancio federale incontrerà diversi «scalini» in discesa, dai tagli obbligatori di 1,1 trilione (metà li subirà il Pentagono), diverse scadenze di facilitazioni fiscali risalenti all’era Bush, eccetera: da 4 a 7 trilioni (ossia 7 mila miliardi di dollari) di tagli, per i quali non ci si è affatto preparati. Anche perchè con il voto per la presidenza a novembre, nè l’Amministrazione Obama nè il Congresso a lui avverso hanno interesse a cominciare i tagli. Anche se a dire il vero la Camera bassa (dove la maggioranza è ostile ad Obama) ha già passato una legge che grazia dai tagli automatici la Difesa, trasferendoli sui servizi sociali e sulla (pseudo) riforma sanitaria varata da Obama, e aumentando i contributi a carico dei dipendenti statali per le pensioni. Anche se questa legge sarà silurata al Senato dove la maggioranza è del Partito Democratico, ciò indica l’orientamento prevalente nel mondo politico come nei poteri forti: piuttosto che le spese militari (strumento dell’egemonia terminale), si taglieranno le miserabili spese sociali. Dalla sanità fino ai buoni-pasto caritativi, da cui dipendono decine di milioni di americani (Appalled by sequester cuts, House begins efforts to avoid them).

Di qui la necessità di provvedere in anticipo a probabili rivolte sociali. Il movimento libertario si prepara con il Freedom Festial a Las Vegas; la Homeland Security con i 450 milioni di palle calibro .40, e con la nuova legislazione già varata: il National Defense Autorization Act che toglie ai cittadini americani l’habeas corpus – se definiti «terroristi» o «enemy combatants» possono essere incarecerati senza processo e senza limiti di tempo, fino alla proposta della senatrice democratica Barbara Boxer: chi deve all’ufficio imposte più di 50 mila dollari si vedrà ritirare il passaporto.

«Tempi da paura», come dice Holland.



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