Signor Direttore,
noto che accusa spesso i Tedeschi d’essere tra i principali, o forse i soli, responsabili della grave situazione economica in cui versa l’Italia e, devo dire, considero le Sue argomentazioni inattaccabili. Ma quando torno in Italia e, mentre sorvolo il suo territorio, non riesco a distinguere un centro urbano definito, come invece accade quasi ovunque volando nei cieli di Germania, ma solo un groviglio cementizio e d’asfalto inestricabile; quando scendo a terra e percorro strade la cui superficie butterata sembra più da Albania che da Paese sviluppato, lungo i cigli delle quali sono permanenti lerciume e rifiuti d’ogni genere; quando, cercando ancora di scorgere i paesaggi che ammaliarono Goethe, li vedo oltraggiati da un’edilizia cafona, orrenda, da geometri (la patria di Brunelleschi, Leon Battista Alberti, …